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Next Generation EU, il piano per la ripresa. Linee guida e obiettivi

di Claudio Nassisi, Dottore Commercialista e Phd in economia e socio Aidr

Il Next Generation EU è lo strumento concordato dai leader dell’UE nel luglio 2020 per intervenire sui seguenti tre macro settori con risorse complessive pari a circa 750 MLD di euro:

  • il mercato unico, l’innovazione e l’agenda digitale (132,8 MLD);
  • la coesione, la resilienza e i valori (377,8 MLD);
  • le risorse naturali e l’ambiente (356,4 MLD).

Gli Stati che vorranno beneficiare dei finanziamenti dovranno presentare i propri Piani Nazionali di Recupero e Resilienza (PNRR) alla Commissione europea entro il 30 aprile 2021.

Per l’Italia il Consiglio dei Ministri ha approvato il PNRR lo scorso 12 gennaio.

Il documento sintetizza le linee di intervento che impiegheranno i 209 MLD (tra prestiti e sussidi) previsti per il nostro Paese (e che ne fanno il principale beneficiario).

Il PNRR si sviluppa secondo tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale.

Nell’ambito di questi settori sono declinate sei missioni che rappresentano le aree “tematiche” strutturali di intervento:

Missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
Missione 2: – rivoluzione verde e transizione ecologica
Missione 3: – infrastrutture per una mobilità sostenibile
Missione 4: – istruzione e ricerca
Missione 5: – inclusione e coesione
Missione 6: – salute

Le missioni, a loro volta, raggruppano 16 Componenti funzionali a realizzare gli obiettivi economico sociali definiti nella strategia del Governo.

Ciascuna di queste componenti è articolata, infine, in Linee di Intervento (per un totale di 48) per progetti omogenei e coerenti.

Mediante il raggiungimento degli obiettivi contenuti nelle missioni, il PNRR si propone di raggiungere anche tre macro obiettivi “orizzontali”, secondo un approccio integrato: la parità di genere, l’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, il riequilibrio territoriale e la coesione sociale (con particolare attenzione al Mezzogiorno).

La necessità di devolvere buona parte delle risorse finanziarie verso progetti finalizzati alla tutela dell’ambiente traspare già negli “Orientamenti politici per la prossima commissione europea 2019-2024” in cui, l’attuale Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, prevedeva la necessità di attivare una sorta di Green Deal europeo attraverso il quale ridurre l’impatto climatico.

Gli strumenti previsti per conseguire questo risultato sono la minimizzazione delle emissioni di carbonio e l’avvio di una economia circolare basata sull’uso di tecnologie pulite.

La missione con il più ampio stanziamento di risorse nel PNRR è quella legata alla rivoluzione verde e transizione ecologica, alla quale sarà destinato più del 31% dell’ammontare complessivo del Piano (per un totale di 69,8 miliardi di euro) da spendere sulle seguenti componenti: efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, transizione energetica e mobilità locale sostenibile e, per ultima, tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica.

Inoltre, circa 7 miliardi saranno destinati alla componente impresa verde ed economia circolare, che ha come obiettivi, da un lato la promozione della sostenibilità ambientale nella filiera dell’agricoltura e il miglioramento della competitività delle aziende agricole e, dall’altro, la realizzazione di nuovi impianti per la valorizzazione dei rifiuti per il completamento del ciclo e l’ammodernamento di quelli esistenti (per un processo di graduale decarbonizzazione).

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Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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