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Safer Internet Day 2022: come rendere più sicura la navigazione online dei più piccoli

di Enrico Forzinetti

Le ultime ricerche mostrano come già sotto i 10 anni la metà dei bambini abbia un proprio dispositivo personale. Anche per questo gli accorgimenti da parte dei genitori devono essere sempre maggiori.

Cos’è il Safer Internet Day

Come accade ormai da diversi anni a inizio febbraio, l’8 febbraio si celebra il Safer Internet Day, la giornata mondiale della sicurezza in Rete. Un’iniziativa promossa dalla Commissione europea che in questa edizione punta soprattutto a sensibilizzare i più giovani all’uso corretto di Internet, insegnando loro come approcciarsi in maniera più sicura alla Rete. A livello italiano oggi è in programma dalle 10 alle 11.30 un evento in streaming tenuto dal ministero dell’Istruzione a cui parteciperà tra gli altri anche il ministro Patrizio Bianchi.

Ampio utilizzo

Una recente indagine condotta da Kaspersky ha evidenziato come ormai il 55% dei bambini dai 5 ai 10 anni disponga di un dispositivo personale e che il 74% ne utilizzi uno anche mentre si trova in compagnia di amici coetanei. Un uso esteso che però non è scevro da rischi dato che il 36% dei più piccoli in questa fascia d’età ha già ricevuto messaggi da sconosciuti o inviti a giochi pericolosi, mentre il 40% sarebbe disponibile anche a fornire informazioni personali ad “amici” conosciuti solo virtualmente. Ecco perché è ancora più importante tenere a mente alcuni accorgimenti per garantire la massima sicurezza dei più piccoli online.

I Big Tech il Safer Internet Day

Il Safer Internet Day è una ricorrenza celebrata da tutti i protagonisti della tecnologia, che sfruttano l’occasione per provare a dare qualche consiglio per rendere la vita dei più piccoli online più sana.
Instagram, la piattaforma più usata da bambini e ragazzi, ha proposto i suoi suggerimenti che potete trovare qui.
Mentre Apple, tra i sostenitori ufficiali del Safer Internet Day, organizzerà diverse sessioni del Today At Apple – il programma di appuntamenti negli Store e online per imparare ad usare al meglio i dispositivi della Mela – dedicati. Dall’uso del Parental Control alla funzionalità In famiglia fino a Tempo di Utilizzo. Sono oltre 400 sessioni in tutta Europa, e andranno avanti per tutta la settimana.
Poi Samsung, che l’8 febbraio annuncia il prolungamento delle iscrizioni al progetto «Solve For Tomorrow – Soluzioni per un domani migliore» in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e ospitato sulla piattaforma BricksLab, per promuovere l’educazione alla cittadinanza digitale nelle scuole. Il progetto è stato lanciato lo scorso ottobre ed è pensato per gli studenti di ogni età. Si delinea in tre corsi diversi: Seminare, per i bimbi più piccoli; Crescere, per chi frequenta la scuola secondaria di primo grado; e Proettare, per le scuole superiori di secondo grado.
Microsoft coglie l’occasione per diffondere i risultati del suo Digital Civility Index, ricerca che analizza le attitudini e le percezioni degli adolescenti (13-17) e degli adulti (18-74) rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online. Su 22 Paesi, l’Italia si posiziona al decimo posto, guadagnando due posizione rispetto allo scorso anno. In cima alla classifica i Paesi Bassi, seguiti da Germania e Regno Unito.
Anche Twitter partecipa al Safer Internet Day con un’emoji dedicata (nella foto) e un decalogo di consigli per rendere le conversazioni in Rete più sicure. Tra i trucchi da seguire, le istruzioni per bloccare un contatto o silenziarlo. Così come quelle per nascondere una risposta a un proprio tweet o per scegliere chi può interagire con un proprio tweet.

I consigli: navigare insieme

Fin dai primi accessi alla rete è importante per il genitore, o la persona che si occupa della crescita del bambino, conoscere cosa il piccolo fa online. Per questo è sconsigliato dare in autonomia un dispositivo fin da subito, ma è meglio creare un account separato sul proprio. Tra gli altri consigli c’è sicuramente quello di effettuare le navigazioni in rete assieme per capire cosa possa piacere o meno al bambino quando è online

I consigli: tutelare la privacy

Uno degli aspetti spesso dimenticati, ma da tenere ancora in maggiore considerazione quando si parla di utenti giovanissimi riguarda le impostazioni sulla privacy. Il consiglio è mantenere le opzioni più stringenti possibili, in modo da condividere il minor numero di dati del bambino. Arrivati a una certa età si può anche decidere di spiegare ai figli come comportarsi nei confronti della propria privacy

I consigli: regole chiare

I presupposti di una navigazione nella più totale sicurezza di un bambino si basano sempre sulla condivisione di alcune regole base. Il genitore dovrebbe quindi mettere sempre in chiaro gli orari durante i quali il piccolo può navigare, decidendo anche la quantità di tempo trascorsa davanti al display nell’arco della giornata. Senza dimenticare la decisione sui contenuti che si possono e non si possono vedere.

I consigli: l’iscrizione ai social

La questione social network è una delle più spinose da affrontare con i giovanissimi: esistono infatti dei limiti sotto i quali non si potrebbe essere iscritti (se non con profili falsi). In Italia non si può aprire un profilo prima dei 14 anni e i genitori sono tenuti a verificare che i figli sotto quell’età non lo abbiano fatto comunque, mentendo sugli anni effettivi.

I consigli: attenzione alle insidie

La rete e i social nascondono però molte insidie soprattutto per i più piccoli che si affacciano a questo mondo per la prima volta. Contenuti inappropriati, episodi di cyberbullismo o contatti con sconosciuti: il ruolo del genitore deve anche essere quello di monitoraggio dell’evoluzione dell’utilizzo di internet da parte del figlio, per poter anche accorgersi di qualsiasi potenziale segnale problematico legato a uno di questi fenomeni.

I consigli: occhio ai contenuti

Ultimo aspetto non certamente in ordine di importanza è la gestione dei contenuti condivisi sui social dai più piccoli e non solo. Bisogna prestare attenzione soprattutto alle immagini che vengono diffuse in rete anche tramite gli account dei genitori che spesso non valutano attentamente le potenziali conseguenze di queste loro apparentemente innocue azioni sulla privacy dei loro figli. Allo stesso modo padri e madri dovrebbero spiegare ai giovani che quanto condividono non fa parte di un mondo immaginario, ma ha ripercussioni su quello reale.

 

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Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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