OPERE INCOMPIUTE E TRASPARENZA, binomio inscindibile per la lotta agli sprechi
Dal 1° luglio 2019 la piattaforma unica della trasparenza e pubblicità delle procedure di gara e della programmazione è on-line sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’indirizzo https://www.serviziocontrattipubblici.it
A disposizione di cittadini, imprese e pubbliche Amministrazioni il servizio è articolato in un sistema a rete che realizza progressivamente la cooperazione applicativa tra la piattaforma nazionale ed i sistemi informatizzati regionali.
Tutte le informazioni confluiscono in un data base consultabile ai link:
“Consultazione atti, avvisi, bandi ed esiti”
Il Servizio Contratti pubblici offre ai cittadini la pubblicità di avvisi, bandi ed esiti di contratti pubblici in attuazione di quanto previsto da l Codice degli appalti , dall’art. 29 “principi in materia di trasparenza”che prevede la pubblicazione sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, di tutti gli atti di enti e amministrazioni aggiudicatrici relativi alle procedure di affidamento di lavori, opere, servizi e forniture, concorsi pubblici di progettazione, concorsi di idee e concessioni.
“ Consultazione programmazioni”
Sul sito informatico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in attuazione di quanto previsto dall’art. 21 comma 7 del Codice è inoltre possibile visualizzare la pubblicazione dei programmi biennali degli acquisti di beni e servizi e dei programmi triennali di lavori pubblici e relativi aggiornamenti.
Sia nel primo che nel secondo caso la pubblicità sulla piattaforma SCP si intende assolta se il relativo indirizzo URL consente di visualizzare e scaricare direttamente l’atto/documento (quindi senza passaggi intermedi) che ai sensi dell’art. 29 comma 1 deve essere pubblicato sul profilo del committente nella sezione Amministrazione trasparente.
Nelle more dell’attivazione di tutti i sistemi regionali gli obblighi di pubblicità si intenderanno assolti tramite il Servizio Contratti Pubblici o tramite il sistema regionale indicizzato nella pagina di accesso per le amministrazioni.
“Anagrafe opere incompiute” .
La sezione più interessante del servizio contiene la pubblicazione dell’elenco- anagrafe delle opere pubbliche incompiute,previsto dall’art. 44 bis comma 2 del decreto legge 201/2011 che ha la finalità di coordinare, a livello informativo e statistico i dati sulle opere pubbliche incompiute statali, regionali e locali.
Si tratta di opere in atto non fruibili dalla collettività perché non completate per mancanza di fondi, cause tecniche, sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, fallimento, liquidazione coatta e concordato preventivo dell’impresa appaltatrice, risoluzione del contratto o recesso ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di antimafia o anche mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante, o dell’ente aggiudicatore.
A causa di una o più di tali cause i lavori di realizzazione avviati risultano interrotti oltre il termine contrattualmente previsto per l’ultimazione o entro il termine non sussistendo però allo stato le condizioni di riavvio dei lavori, o i lavori di realizzazione, ultimati, non sono stati collaudati nel termine previsto in quanto l’opera non risulta rispondente a tutti i requisiti previsti dal capitolato e dal relativo progetto esecutivo, come accertato nel corso del collaudo.
Le opere pubbliche incompiute sono ordinate nell’elenco in ordine di priorità, tenendo conto dello stato d’avanzamento raggiunto nella realizzazione dell’opera e di un suo possibile utilizzo attraverso il completamento o anche il riutilizzo ridimensionato delle stesse con destinazioni d’uso alternative a quella inizialmente prevista.
Sarebbe doveroso garantire, nella scelta dell’eventuale riutilizzo o uso alternativo, la partecipazione dei cittadini vittime dello spreco di tempo e denaro pubblico che ha determinato in un modo o nell’altro l’incompiutezza dell’opera.
Tutte le informazioni raccolte sono rese disponibili con il servizio “Open Data”.
Rammentiamo per completezza che gli obblighi di trasparenza in materia di appalti sono previsti anche dall’art. 37 del Codice della Trasparenza che obbliga le stazioni appaltanti a pubblicare nei propri siti web: la struttura proponente, l’oggetto del bando, l’elenco degli operatori invitati a presentare offerte, l’aggiudicatario, l’importo di aggiudicazione, i tempi di completamento dell’opera, servizio o fornitura.
L’art. 9 bis del Decreto Trasparenza come modificato dal decreto 97/2016 ha poi previsto che alcuni obblighi di pubblicazione possano essere assolti attraverso il rinvio ad alcune banche dati, sostituendo la pubblicazione con la comunicazione del dato documento o informazione all’Amministrazione titolare della corrispondente banca dati e con la pubblicazione sul proprio sito istituzionale nella sezione Amministrazione Trasparente del collegamento ipertestuale alla banca dati.
Nella fattispecie le Banche dati interessate alla pubblicazione su contratti e opere pubbliche sono: la BDNCP Banca dati Nazionale Contratti Pubblici detenuta dall’ANAC, la BDAP Banca dati Amministrazioni Pubbliche detenuta da MEF – RGS e il Servizio Contratti Pubblici detenuto dal MIT.
L’intento perseguito con l’istituzione delle Banche Dati è di semplificare e rendere agevole l’accesso ai dati e ai documenti pubblicati dalle amministrazioni evitando duplicazioni.
In realtà le Banche dati sono ancora poco conosciute e rischiano di disorientare pubblica amministrazione e cittadini. Occorre una maggiore pubblicità, un maggiore coordinamento e interscambio, e quanto meno un richiamo reciproco informativo nei rispettivi siti web.
Serve inoltre fare chiarezza sulle modalità di inoltro di richieste di accesso civico ai relativi Responsabili delle Banche Dati, sui tempi, su controlli e sanzioni in caso di omessa pubblicazione dei dati, al fine di evitare che fra tanta trasparenza possano sfuggire anche dati molti significativi.
Una cosa è certa, l’ondata e la voglia di trasparenza, nonostante le resistenze, non si fermerà più e pertanto sarà favorita anche l’auspicata e vitale partecipazione civica chiave per combattere la corruzione, gli sprechi e gli sperperi.
di Laura Strano
Responsabile Osservatorio Anticorruzione e Trasparenza AIDR
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