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L’uso delle tecnologie per le istituzioni culturali italiane nel post Covid-19

di Francesco Pagano, Consigliere Aidr e Responsabile servizi informatici Ales spa e Scuderie del Quirinale

Mentre si attende la fine di questo periodo di auto reclusione, è importante cominciare ad interrogarsi su quali saranno le modalità per attraversare la cosiddetta “fase due” della pandemia da coronavirus, quella cioè in cui il nostro paese potrà cominciare a riavviarsi verso quella “normalità” che tutti desideriamo.

Quella che ci aspetta, però, sarà probabilmente una “normalità” diversa da quella a cui eravamo abituati. Stando a quanto si legge sugli organi di stampa e alle opinioni degli esperti, ci troveremo infatti a dover convivere con Covid-19 per qualche tempo.

E se la tecnologia ci ha permesso di “tamponare” in qualche modo l’impossibilità di fruire del nostro patrimonio culturale in queste settimane di emergenza, grazie alla numerose iniziative che hanno permesso per esempio di godere di visite virtuali attraverso il Web, nel prossimo futuro dovremo trovare il modo di sfruttare l’innovazione per garantire un nuovo modo di gestire l’accesso agli enti museali e a tutti quegli spazi fisici che dovranno essere attraversati, giocoforza, usando cautele che non siamo abituati ad avere.

Oltre al desiderio di un ritorno alla normalità che tutti auspicano, considerare la prospettiva è necessario anche per un più “prosaico” ragionamento legato alla sostenibilità economica degli enti stessi, che senza gli introiti derivanti dalle visite potrebbero trovarsi presto in serie difficoltà nel reperire le risorse necessarie anche per quelle attività volte a conservare il patrimonio artistico loro affidato.

Ma come sarà possibile garantire un accesso regolato agli spazi museali senza creare problemi al pubblico? Il primo aspetto riguarda sicuramente la gestione degli accessi che dovranno necessariamente essere gestiti tramite prenotazioni. Tanto più sarà facile e immediata la procedura di prenotazione, per esempio attraverso l’utilizzo di app mobile e la digitalizzazione dei biglietti, tanto più il sistema risulterà appetibile per il grande pubblico.

L’adozione di nuove tecnologie risulterà fondamentale, però, anche nella gestione della visita stessa per garantire il mantenimento di quelle distanze minime che dovremo tenere ancora per qualche tempo come strumento di prevenzione. A questo scopo le soluzioni, a livello tecnologico, possono essere le più varie: dall’utilizzo di videocamere di sorveglianza abbinate ad algoritmi di intelligenza artificiale per arrivare all’uso di lettori di prossimità RFID.

Lasciare che ogni singolo ente si muova in autonomia, però, è inimmaginabile. Per raggiungere l’obiettivo di creare una modalità di visita sicura, è necessario infatti che gli utenti sviluppino una certa dimestichezza con le procedure e gli eventuali strumenti necessari per adeguarsi.

Senza la definizione di uno standard applicabile a tutti, infatti, la praticità e la stessa efficacia di questi strumenti rischiano di essere a dir poco scarsi e generare più confusione che vantaggi.

Serve quindi un percorso di elaborazione complessivo, che come auspicato dal Ministro Dario Franceschini  (ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo) e dai suoi omologhi di Germania e Spagna in una dichiarazione congiunta ripresa dagli organi di informazione, possa essere condiviso anche a livello europeo per garantire un campo di adozione più esteso possibile.

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Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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Roma, 18-20 Novembre 2024 – FH55 Grand Hotel Palatino ospita la terza edizione del prestigioso Corso Residenziale di Elettromiografia e Tecniche Neurofisiologiche: Good Clinical Practice, un evento scientifico all'avanguardia che riunisce specialisti di neurologia e neurofisiologia per una formazione avanzata sulle più moderne metodiche neurofisiologiche. Con il crescente ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina, il corso di quest’anno ha introdotto sessioni dedicate all’integrazione di strumenti tecnologici avanzati e algoritmi di IA nella pratica clinica, rivoluzionando l'approccio alle diagnosi neurofisiologiche. Sotto la direzione scientifica della Dr.ssa Marilena Mangiardi medico specialista neurologo e neurofisiologo e Tesoriere della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica, il corso vede la partecipazione di un comitato medico e tecnico-scientifico di spicco, con la presenza di esperti di fama nazionale che, attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche e discussioni interattive, forniranno ai partecipanti un’esperienza didattica completa e integrata.
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