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Addio alla radio FM sugli smartphone: come continuare ad ascoltare le proprie stazioni preferite

Il decreto Sblocca Cantieri ha portato con sé questa sorpresa per il mondo smartphone. I produttori si sono già adeguati ben conosci della possibilità per gli utenti di ascoltare la radio in streaming.

A partire dal 1 gennaio 2021 la radio FM sugli smartphone ha cessato di funzionare. Non è stata una scelta dei produttori, bensì la conseguenza della legge n. 205/2017 e la successiva integrazione del decreto Sblocca Cantieri (qui l’approfondimento su Corriere). Le varie aziende hanno dunque rilasciato un aggiornamento che ha disabilitato la radio FM in quei modelli provvisti di questa funzionalità. Uno dei più diffusi è il Galaxy A50 di Samsung, ma potremmo citare anche il Poco M3 e il Redmi Note 9 Pro di Xiaomi, con quest’ultimo campione di vendite in Italia.

In particolare l’articolo 1 comma 1044 della legge in questione impone che tutti i dispositivi con radio FM debbano ricevere anche i servizi DAB+, ovvero la radio digitale di ultima generazione. Quest’ultima però richiede la presenza di un chip che, di fatto, è stato impiegato con il conta gocce nel mercato smartphone, specie in Europa. In Italia l’unico dispositivo a offrire questa componente è stato l’LG Stylus 2, un telefono cellulare commercializzato nel 2016, ben cinque anni fa.

I produttori dunque si sono trovati con le mani legate e – nel nostro paese – hanno dovuto disabilitare la radio FM. Nonostante possa essere una funzionalità molto utilizzata da una fetta di utenti, il consiglio è quello di installare l’aggiornamento software che la spegne. È importante infatti che lo smartphone possa sempre contare sugli aggiornamenti più recenti, che portano con sé tante altre migliorie soprattutto nell’ambito della sicurezza dei dati personali. Anche perché non si è necessariamente costretti a rinunciare ad ascoltare le proprie stazioni radio preferite.

La radio in streaming

La scelta di spegnere la radio FM è stata presa tutto sommato di buon grado dai produttori. Questo perché gli smartphone possono connettersi a internet e quindi fruire in streaming delle stazioni. Il principio è identico all’ascolto della musica o dei podcast attraverso servizi come Spotify, Amazon Music o Apple Music. È possibile sfruttare gli altoparlanti dei telefoni cellulari, collegare un paio di auricolari o cuffie e godersi le proprie trasmissioni radiofoniche preferite. Tutto in maniera semplice e intuitiva.

La differenza rispetto all’ascolto della musica è che la radio in streaming è in diretta, esattamente come la classica radio FM. Ci sono diverse applicazioni da poter installare nel proprio smartphone a tal scopo. TuneIn Radio è una delle più diffuse, disponibile per Android e iOS (iPhone), raccoglie tutte le stazioni disponibili sul mercato. La versione gratuita è più che sufficiente per l’utilizzo quotidiano, mentre quella a pagamento elimina le interruzioni pubblicitarie. In questi casi dipende molto dalle esigenze soggettive.

Ciascuna stazione radiofonica però ha creato un’applicazione per consentire agli ascoltatori di fruire delle trasmissioni in streaming: Radio 105, RDS, RTL 102.5, Radio Kiss Kiss, Virgin Radio, solo per citarne alcune. Basta recarsi sul Play Store (smartphone e tablet Android) o su App Store (iPhone e iPad), scaricare l’applicazione della propria stazione radio preferita e il gioco è fatto. Si tratta di servizi totalmente gratuiti, è solo necessario avere a disposizione una connessione a internet.

I requisiti degli smartphone per la radio in streaming

Non ci sono particolari requisiti senza i quali uno smartphone non è in grado di riprodurre le trasmissioni radio in streaming. Abbiamo però individuato alcune caratteristiche che possono nettamente migliorare l’esperienza in quest’ambito e, soprattutto, garantire un lungo utilizzo nel tempo:

  • sistema operativo Android 10 o iOS 14. Si tratta delle più recenti versioni delle creature di Google e Apple, il che garantisce una sicura compatibilità per almeno 4 o 5 anni con tutte le applicazioni disponibili nel Play Store e nell’App Store, incluse quelle delle radio;
  • presenza del Bluetooth 5, a cui abbiamo dedicato un approfondimento qualche mese fa. È la caratteristica che consente di utilizzare al pieno delle loro potenzialità gli auricolari true wireless (o le cuffie senza fili in generale) come gli AirPods di Apple, accessori perfetti per godersi l’ascolto delle proprie trasmissioni radiofoniche preferite;
  • jack audio da 3.5 mm, ovvero il piccolo foro in cui poter collegare cuffie e auricolari con cavo agli smartphone. Si tratta di una componente che sta gradualmente scomparendo, per cui non la consideriamo come imprescindibile, ma la sua presenza rappresenta comunque un “plus” nell’ambito in questione.

Fonte Corriere della Sera del 21/01/2021

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