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Cloud e mobilità: ora dobbiamo cambiare il nostro modo di guardare alla cyber security

di Francesco Pagano, Consigliere Aidr e Responsabile servizi informatici Ales spa e Scuderie del Quirinale

Non è una novità: la tecnologia si evolve con estrema rapidità e chi ha il compito di mantenere i sistemi di sicurezza ha sempre dovuto adattare strategie e strumenti per riuscire a tenerne il passo. Il fenomeno di digitalizzazione che ha interessato il tessuto produttivo e l’intera società negli ultimi anni, però, rappresenta un vero salto di qualità e ha cambiato completamente le carte in tavola anche per chi si occupa di cyber security.

Nella sua declinazione tradizionale, infatti, la cyber security si incentrava sul concetto di “perimetro”, attraverso una logica che distingueva nettamente tra risorse interne alle reti e risorse esterne. Schematizzando, la logica era quella di considerare affidabile l’attività interna al perimetro e sottoporre a controlli (e blocchi) tutto ciò che proveniva dall’esterno. Questa impostazione, però, non è più adeguata a proteggere le nuove infrastrutture IT.

A concorrere a una vera e propria “evaporazione” del perimetro hanno infatti concorso due fattori che caratterizzano ormai le modalità di erogazione e fruizione dei servizi digitali. La prima è rappresentata dalla massiccia adozione di strumenti basati su piattaforme cloud, che hanno portato aziende e organizzazioni a esternalizzare i servizi in data center lontani dalle loro strutture fisiche, allargando il concetto di rete e modificandone radicalmente le caratteristiche.

Un cambiamento che non è soltanto fisico, ma funzionale. Alla visione statica di servizi erogati on premise, si è sostituito un ecosistema estremamente dinamico e versatile, che permette di sfruttare la virtualizzazione per creare nuovi servizi, duplicarli o modificarli e adattarli alle esigenze dell’azienda in tempo reale. Qualcosa che non può essere controllato e protetto attraverso l’uso di regole a livello firewall come avveniva nella logica della difesa del perimetro. Sul lato della fruizione e dell’accesso ai servizi stessi, il panorama è stato completamente stravolto dagli strumenti mobile, che hanno a loro volta scardinato quella logica di “interno” ed “esterno” obbligando gli esperti di sicurezza a cambiare completamente approccio. L’attenzione, nel panorama odierno, non può più essere rivolta al “dove” ma al “chi” accede a risorse e servizi. L’autenticazione degli accessi e la gestione dei privilegi relativi, di conseguenza, diventa uno dei pilastri della nuova cyber security. La declinazione di questa nuova prospettiva, oltre a una evoluzione sotto il profilo culturale, richiede l’adozione di nuovi strumenti L’implementazione di sistemi di verifica degli accessi richiede l’uso di sistemi basati sullo user behaviour (l’analisi delle abitudini dell’utente registrate sulla base di uno storico della sua attività a livello di orari, geolocalizzazione e identificazione dei dispositivi utilizzati) e di sistemi di autenticazione multi-fattore che garantiscano la verifica dell’identità in ogni sessione.

Il controllo dei servizi erogati attraverso piattaforma cloud, invece, necessita di un sistema di monitoraggio degli eventi di sicurezza (SIEM) e di team di addetti alla cyber security che siano in grado di gestirne il funzionamento.

Con un problema: i talenti, in questo settore, sono terribilmente rari.

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16/11/2024
Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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Roma, 18-20 Novembre 2024 – FH55 Grand Hotel Palatino ospita la terza edizione del prestigioso Corso Residenziale di Elettromiografia e Tecniche Neurofisiologiche: Good Clinical Practice, un evento scientifico all'avanguardia che riunisce specialisti di neurologia e neurofisiologia per una formazione avanzata sulle più moderne metodiche neurofisiologiche. Con il crescente ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina, il corso di quest’anno ha introdotto sessioni dedicate all’integrazione di strumenti tecnologici avanzati e algoritmi di IA nella pratica clinica, rivoluzionando l'approccio alle diagnosi neurofisiologiche. Sotto la direzione scientifica della Dr.ssa Marilena Mangiardi medico specialista neurologo e neurofisiologo e Tesoriere della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica, il corso vede la partecipazione di un comitato medico e tecnico-scientifico di spicco, con la presenza di esperti di fama nazionale che, attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche e discussioni interattive, forniranno ai partecipanti un’esperienza didattica completa e integrata.
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30/10/2024
La rapida accelerazione di quel che potremmo definire il nuovo mondo del terzo millennio, non ammette pause, non concede sconti ad alcuno: o ti adegui alla velocità dei cambiamenti o sei fuori In fondo è sempre stata questa la storia dell’evoluzione dell’uomo. Cosa cambia allora rispetto al passato? La velocità. Tutto accade e si consuma troppo in fretta, tutto diventa obsoleto già domani. Non si fa a tempo di assorbire un cambiamento, che già ne arriva un altro.Viviamo nella realtà aumentata e l’intelligenza artificiale ci dà ogni risposta ad ogni domanda, poco importa se, poi, non siamo più in grado di sviluppare un processo critico di conoscenza e di osservazione che poggi sulle più solide letture classiche e moderne, o sugli studi degli esperti.

 

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