Come Discord sta plasmando il futuro di Internet
Di Giammarco Barbieri
Non è un vero social network, ma una piattaforma per le comunità. Chiunque può creare un nuovo server, un luogo virtuale con canali vocali e testuali per collaborare in modo facile e veloce
Durante lo sviluppo di un videogioco, Jason si era reso conto che non c’era un modo veloce per gestire le tattiche di gioco in tempo reale su titoli multigiocatore. Sì, c’era Skype e anche TeamSpeak, però erano poco intuitivi e user-friendly, non avevano un’interfaccia facile da usare mentre si giocava.
Così, nel 2014 Jason si mise a lavoro su un’app che oggi sta facendo la storia, e cambiando il modo in cui gli utenti vedono internet. L’app si chiama Discord, e Jason è Jason Citron, il CEO, che l’ha fondata insieme a Stan Vishnevskiy, CTO. Jason e Stan volevano ‘solo’ un modo per chattare più velocemente durante le partite, sia a voce che per via testuale. Hanno preso in prestito il sistema a canali di IRC, che stava già usando Slack (lanciata nel 2013), ma aggiunto un’importante funzionalità che, a oggi, è il vero fattore differenziante di Discord e l’ha reso il luogo in cui incontrarsi virtualmente: i canali vocali.
Jason Citron, CEO, a destra e Stan Vishnevskiy, CTO, a sinistra (Discord)
Un’aggiunta così irrilevante a prima vista, è invece stato il fattore determinante di una crescita che è andata ben oltre i limiti del gioco online, ma che si è rivelata essere la costante che rappresenta il modo in cui oggi interagiamo online.
Discord non è un vero social network, ma una piattaforma per le comunità. Chiunque può creare un nuovo server, ovvero un luogo virtuale al cui interno si creano canali vocali e testuali. Entrambi possono essere divisi in categorie, anche mischiati, per facilitare la navigazione. Un po’ come se un server fosse una casa, le categorie le zone (zona giorno, zona notte) e i canali le stanze. Così come su Slack, per facilitare la lettura dei nomi dei canali può essere utilizzata una nomenclatura (ad esempio, general-chat, movie-chat per i canali testuali, i cui corrispettivi potrebbero essere general-talk e movie-talk), e in realtà esistono un fiume di guide sulla gestione dei canali. Ad un server possono essere ‘agganciati’ dei bot, ovvero dei software che prendono informazioni dall’esterno e le portano nel server o viceversa, o che aiutano i moderatori a gestire i contenuti.
Se creare un server è facilissimo, diventare una comunità riconosciuta non è immediato: per ‘salire di livello’, bisogna richiedere lo status di Partner, e ci sono dei requisiti che bisogna rispettare, tra cui avere un certo numero di membri. Requisiti simili permettono anche a una comunità di entrare in Discover, l’olimpo delle comunità più grandi e più attive del momento.
.Discover su Discord (Giacomo Barbieri /La Stampa)
Dando un’occhiata alla schermata Discover, le prime e più grandi comunità sono ovviamente quelle relative ai giochi: quella del gioco Genshin Impact è a oggi la più grande, con oltre 720 mila membri, seguita a ruota da MINECRAFT, VALORANT e Fortnite, tutte con più di 600 mila membri. In un comunità di gioco, gli utenti condividono esperienze e tattiche, cercano nuovi giocatori con cui o contro cui giocare e condividono meme e artefatti digitali che celebrano il gioco in questione. I membri sono talmente tanti che esistono chat vocali con decine e decine di partecipanti, che magari stanno guardando uno stesso stream video: nelle chat vocali si può condividere il proprio schermo (da poco anche da smartphone), o condividere il flusso video del gioco a cui si sta giocando, direttamente dal gioco stesso.
Questo è Discord oggi, ma non è più solo questo: a inizio 2020, con una campagna mirata a riposizionare il brand oltre le comunità dei giochi, Discord ha cambiato il proprio payoff in “il luogo ideale per parlare e ritrovarsi”, perché sempre più utenti hanno iniziato a usare l’app creando server per studiare, per parlare di cucina e per ritrovarsi con persone dagli stessi interessi.
“Prima della pandemia, nel 2019, abbiamo scoperto che il 30% degli utenti stava usando Discord per cose diverse dai giochi. È stato quello il momento di rivelazione per noi come azienda.” commenta Vishnevskiy. Discord è quindi diventato quello che si definisce il “ terzo luogo per le persone – hanno la casa, il lavoro o la scuola, e ora hanno Discord per le loro vite digitali. Non credo che questo cambierà in futuro”. Nella realtà fisica, questi luoghi sono le chiese, i ristoranti, i parchi, le biblioteche. Discord è diventato il terzo luogo perché può essere tutti i terzi luoghi possibili.
Il momento per il riposizionamento del brand non poteva essere migliore: a marzo 2020, con milioni di persone a casa per la pandemia, Discord è diventato davvero il posto ideale per parlare e ritrovarsi, e sono nati centinaia di migliaia di server. Oggi Discord conta più di 100 milioni di utenti distribuiti in 13.5 milioni di server, che ogni settimana hanno 26 miliardi di minuti di conversazioni. A differenza di Google Meet, Zoom o Microsoft Teams, non esistono link per le conversazioni, ma ‘ci si ritrova’ nei canali, e si può saltare da una chat vocale all’altra con una velocità disarmante. È come aprire la porta per entrare in una stanza, e poi chiuderla quando si esce.
Il server ChilledCow, con circa 300 mila membri, su Discord (Giacomo Barbieri /La Stampa)
Si ha la sensazione di camminare tra i corridoi, guardando tutti i gli utenti che sono connessi e scegliendo in quale canale entrare, scrivere, uscire ed entrare in un altro. Discord è un’app che si apre all’avvio del computer, e si lascia lì, in background. Magari si entra in una chat vocale per indicare ad altri membri della comunità che si è disponibili a parlare, a chiacchierare, e nel frattempo si lavora o si studia. Discord non è un posto in cui andare, ma un posto in cui essere, e questa è la differenza chiave che lo ha reso il punto di riferimento di decine di milioni di utenti durante la pandemia.
Non esiste un server centrale, e quindi gli utenti entrano solo nei server in cui sono interessati, e non ci sono i pericoli che hanno piattaforme aperte come Facebook, Twitter, Instagram o TikTok. Ogni server deve avere dei moderatori, e questi hanno il compito di mantenere la comunità attiva ma anche sicura per tutti. Se una comunità non è sicura, non può diventare Partner e non può accedere a Discover, e dal team di Discord ci tengono molto a dare tutti gli strumenti possibili ai moderatori affinchè siano incentivati a sviluppare comunità sane. L’ultimo sforzo di Discord è la Moderator Academy, una raccolta di guide e risorse utili che i moderatori possono usare per definire delle linee guida nei server, per costruire delle logiche di gamification per implementare delle governance efficaci.
Tutto per rendere Discord il luogo ideale in cui incontrarsi, anche quando potremo tornare a incontrarci fisicamente. «La nuova normalità sarà una combinazione di online e offline. Il bello di Discord è che molte comunità e gruppi di amici stanno portando le loro interazioni fisiche online. Non credo che le interazioni fisiche, reali saranno mai rimpiazzate, ma anche quando torneremo a una sorta di normalità, molte delle abitudini che abbiamo sviluppato durante questo periodo rimarranno. Per esempio, penso che le persone siano molto più abituate adesso a vedersi in video, e questo cambierà le cose. […] Ora che hanno trovato un posto dove stare insieme e parlare, sentirsi spesso è molto più facile di prima».
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