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Digital economy e decarbonizzazione, in un anno investiti 120 miliardi nell’Ue per 150 mila nuovi occupati

Ambiente e trasformazione digitale per creare nuovi posti di lavoro, ottimizzare le risorse, migliorare la competitività delle imprese (soprattutto Pmi) e la qualità della vita degli europei. Pubblicata la Relazione 2017 sull’attuazione dei fondi strutturali e d’investimento europei.

A ottobre 2017, quasi la metà della dotazione di bilancio 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) era già stata impegnata in progetti concreti. A fine del 2016 avevano ricevuto il sostegno dei fondi quasi 800 mila imprese, creando circa 154 000 nuovi posti di lavoro.

Nell’ultimo anno, complessivamente, sono stati selezionati 2 milioni di progetti finanziati dall’UE, vale a dire 1 milione in più rispetto all’anno precedente.

Questi i primi risultati della “Relazione strategica 2017 sull’attuazione dei fondi strutturali e d’investimento europei” pubblicata ieri a Bruxelles, con i risultati ottenuti dall’impiego dei fondi strutturali e di investimento europei (dall’inizio del periodo di finanziamento), ora che l’attuazione dei programmi 2014-2020 ha raggiunto il pieno regime.

I fondi europei destinati a ricerca, sviluppo e innovazione (RD&I), alla promozione e l’impiego di soluzioni ICT e al miglioramento della competitività delle piccole e medie imprese (Pmi), per il periodo 2014-2020 sono stati stanziati nella misura di 181,4 miliardi di euro. Di questi, a fine 2016 erano 50,3 miliardi quelli già assegnati, il 28% delle risorse totali.

Fondi che andranno a sostenere 76 mila imprese, con l’obiettivo di rinnovare e trasformare in chiave digitale l’economia dell’Unione europea, soprattutto per implementare le infrastrutture di connettività entro il 2025.

Grazie alla banda ultralarga, saranno connesse 915 mila abitazioni, mentre il 36% degli investimenti andranno a migliorare la penetrazione dei servizi ICT in aree rurali, coinvolgendo quasi 1,3 milioni di cittadini.

Ci calcola che saranno creati 154 mila nuovi posti di lavoro nel settore delle Pmi.

Altro capitolo di massima rilevanza è quello dei cambiamenti climatici, con gli interventi per la decarbonizzazione dell’economia (low carbon economy) e la promozione dei un modello di trasporto più sostenibile e di qualità. Complessivamente, i fondi destinati alla green economy sono 262,2 miliardi di euro, di cui 73,2 miliardi già allocati alla fine dell’anno scorso.

Il 21% della somma è andata ad iniziative per l’efficienza energetica e l’aumento della capacità degli impianti FER (Fonti energetiche rinnovabili). Più di 16 miliardi sono andati a progetti per la resilienza e la ricerca in nuove soluzioni per affrontare le sfide imposte dai cambiamenti climatici.

Essendo le città i nuovi motori dell’economia dell’UE, per l’Agenda urbana sono stati già allocati 15 miliardi di euro per 900 progetti di innovazione urbana su 115 miliardi di euro disponibili per il periodo 2014-2020.

Flavio Fabbri

Fonte: http://bit.ly/2jZ6VKz

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Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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