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Digitale, Fuggetta: “In Italia il problema non è tecnico, ma politico”

Il responsabile scientifico dell’Osservatorio Agenda digitale del Politecnico di Milano: “Bisogna definire una governance chiara. Elezioni 2018 chance di rilancio”. Samaritani (Agid): “Focus su procurement e competenze”. Coppola: “Ancora troppa resistenza culturale nella PA”.

l problema del digitale in Italia? Non è tecnico, è politico. Ne è convinto Alfonso Fuggetta, responsabile scientifico dell’Osservatorio Agenda digitale del Politecnico di Milano.
Secondo Fuggetta dal 2013 abbiamo perso anni a parlare di progetti che poi non sono stati realizzati. A cominciare da Italia Login, la famigerata casa del cittadino, rimasta al palo anche a causa del rallentamento nella realizzazione di Anpr.

“Quando ci decidiamo a mettere mano alla governance del digitale? – si chiede Fuggetta in occasione della presentazione dell’Osservatorio 2017 – Solo intervenendo su questo grande tema il Paese potrà iniziare anche a mettere mano sull’altro gap del Paese che è appunto quello delle competenze. Il 2018, che sarà l’anno delle elezioni può essere una grande chance di rilancio per il digitale, a patto che la politica se ne faccia carico”.

Come indicato da un’indagine realizzata dall’Osservatorio Agenda Digitale con il supporto di Doxa, i cittadini italiani hanno un basso livello di competenze digitali che impedisce loro, pur possedendo tutti gli strumenti tecnologici necessari, di potere sfruttare a pieno le opportunità offerte dal digitale. I servizi pubblici sono ancora poco utilizzati e potrebbero essere maggiormente semplificati e digitalizzati, mentre la maggior parte degli italiani vorrebbe sistemi automatici che gestiscano le loro esigenze senza fare richieste online, interagire con un operatore telefonico o recarsi a uno sportello.

Secondo Antonio Samaritani, dg di Agid, per dare risposte concrete ai cittadini è necessario lavoro congiunto di 20mila PA: “creare dei team a supporto degli enti locali, pensando a meccanismo di aggregazione territoriale, per consentire loro di mettere in pratica i progetti. La nostra priorità per il 2018 è la governance dell’attuazione con i territori”.
Il tema delle competenze va di pari passo con quello della comunicazione. “Servono – avvisa Samaritani – piani di comunicazione tarati sui bisogni dei cittadini e altri ad hoc per i dipendenti della PA perché l’uso che queste due categorie di utenti fanno dei servizi è diverso”.

Per Paolo Coppola, deputato PA e presidente della commissione di inchiesta sulla PA digitale, è necessario creare consapevolezza nella PA e nei cittadini. “Evidente che non c’è solo mancanza di conoscenza, c’è una resistenza e una mancanza di gestione”, chiarisce il deputato.
“Nel 2018 continueremo con il nostro lavoro di inchiesta, nostra priorità è il capitale umano – conclude- Non si fa la digitalizzazione del paese senza innovare le competenze delle persone”.
Altra nota dolente è la mancanza di una cultura del risultato. Come evidenzia Simone Piunno, Cto del Team Digitale: “Serve mette in gioco persone che hanno una cultura del project management”.
Corrierecomunicazioni.it

Fonte: http://bit.ly/2BzNMFm

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Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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