I dirigenti e la metafora del semaforo rosso
*di Antonio Naddeo
Iniziamo con una situazione quotidiana: il semaforo rosso. Quando ci avviciniamo a un incrocio e il semaforo è rosso, ci fermiamo. La maggior parte di noi rispetta questa regola non necessariamente perché comprende i dettagli degli studi di ingegneria del traffico o delle statistiche sugli incidenti. Ci fermiamo perché il codice della strada dice che dobbiamo fermarci al rosso, e sappiamo che infrangere questa regola comporta delle multe.
I Dirigenti della Pubblica Amministrazione
Analogamente, nei contesti della pubblica amministrazione, i dirigenti spesso seguono le regole e i regolamenti con un atteggiamento simile. L’adempimento viene osservato perché le normative lo richiedono e perché non adempiere comporta conseguenze, come sanzioni o revisioni. Questo approccio, sebbene efficace nell’assicurare la conformità, può talvolta limitare la comprensione profonda del “perché” dietro le regole e soprattutto frena l’azione di un dirigente verso il raggiungimento di obiettivo e l’innovazione.
Oltre il semaforo rosso: comprendere il ‘Perché’
Ma cosa succederebbe se, oltre a rispettare il semaforo rosso per evitare multe, ci fermassimo anche con la consapevolezza che questa azione contribuisce alla sicurezza collettiva e previene potenziali incidenti? Questo approccio richiede una comprensione più profonda delle regole e un impegno più significativo verso gli obiettivi a lungo termine della sicurezza e del benessere collettivo.
Immaginiamo che il semaforo non sia più solo rosso, ma presenti anche il verde e il giallo. Il semaforo rosso ci impone di fermarci, sì, ma questo fa parte di un sistema più ampio che regola il flusso del traffico, garantendo sicurezza e fluidità. Fermarsi al rosso non è un fine in sé, ma un mezzo per contribuire a un ambiente stradale più sicuro e ordinato, permettendo a tutti di raggiungere le proprie destinazioni in modo efficace e sicuro.
Collegamento con la gestione pubblica
Analogamente, nel contesto della gestione pubblica, la conformità alle regole e ai regolamenti (il semaforo rosso) rappresenta una base fondamentale. Tuttavia, per i dirigenti pubblici, l’obiettivo non dovrebbe limitarsi a evitare sanzioni. Piuttosto, l’attenzione dovrebbe spostarsi sul “guidare” con l’obiettivo di raggiungere risultati che migliorano effettivamente la vita dei cittadini e la comunità nel suo insieme (procedere al verde). Ciò richiede un approccio che valorizzi l’innovazione, la collaborazione e un impegno costante verso l’eccellenza nel servizio pubblico.
Oltre la conformità: inseguire l’eccellenza
Il passaggio dall’adempimento passivo all’azione proattiva richiede una visione che va oltre la semplice osservanza delle norme. Significa vedere ogni regolamento non come un ostacolo, ma come una guida verso il miglioramento della qualità dei servizi pubblici. Significa impegnarsi in una corsa non solo per evitare errori, ma per ottimizzare processi, per innovare e per rendere i servizi più accessibili e rispondenti alle esigenze dei cittadini.
Implementazione pratica
Nei termini pratici, ciò implica la definizione di obiettivi chiari e misurabili, l’analisi dei risultati, e l’adattamento delle strategie in base al feedback e alle performance. I dirigenti dovrebbero incoraggiare le loro squadre a sperimentare nuove soluzioni, premiando le iniziative che portano a miglioramenti tangibili e a un impatto positivo sulla comunità.
Conclusione: verso un approccio orientato ai risultati
Utilizzare la metafora del semaforo in questo modo ci ricorda che, nella pubblica amministrazione, l’obiettivo ultimo non è semplicemente “non infrangere le regole”, ma piuttosto “guidare” verso il raggiungimento di risultati che fanno la differenza. Superando la logica dell’adempimento, i dirigenti pubblici possono promuovere un cambiamento culturale che pone al centro il benessere dei cittadini e la qualità del servizio pubblico, i veri obiettivi di una pubblica amministrazione.
La vera riforma delle riforme non sta nel riformare, ma nel rivoluzionare: è tempo di trasformare le fondamenta, non di verniciarle.
*Presidente ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale)
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