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Il percorso di digitalizzazione delle città: da smart city a ghost town

di Enrica Cataldo, Socio AIDR

La fondamentale domanda che il nostro Paese, colpito dalla pandemia da Coronavirus, effetto di una fatale zoonosi, deve porsi riguarda come connotare il new normal, in altri termini quale percorso scegliere per uscire dalla crisi, frutto di quest’annus horribilis.

Tornare alla situazione di prima, effettuati dei rimedi approssimativi, al business as usual e incrociare le dita, oppure puntare alla cosiddetta resilienza trasformativa, con l’intento di potenziare la capacità di resistenza del sistema nei confronti di futuri crash?

Dopo tutto, perché mai sprecare l’occasione di una crisi così profonda per imprimere al paese un cambio radicale di rotta?

Se spingiamo l’immaginazione verso uno scenario distopico, ma non lontano, è facile intuire lo sviluppo di realtà urbane intelligenti in costante evoluzione, basate su infrastrutture digitali, che modellano le città rendendole sostenibili, al passo con le innovazioni tecnologiche, più attente alla qualità della vita dei cittadini, e accessibili da remoto. Una città intelligente è un luogo in cui le reti e i servizi tradizionali sono resi più smart grazie all’uso delle tecnologie digitali e delle telecomunicazioni con immediato vantaggio di cittadini e imprese. Comporta reti di trasporto urbano più intelligenti, approvvigionamento idrico efficace, strutture per lo smaltimento dei rifiuti all’avanguardia e modi più efficienti per illuminare e riscaldare gli edifici. Significa anche un’amministrazione cittadina più interattiva e partecipata.

Una smart city rende disponibile il Wi-Fi nei luoghi pubblici, sviluppa infrastrutture sostenibili e intelligente, minimizza l’impatto sull’ambiente attraverso la mobilità sostenibile e sfrutta, in generale, un alto livello di tecnologia.

Gli effetti della pandemia e l’obbligo di dotarsi di strumenti digitali per fronteggiare il lockdown hanno fatto riflettere sulla necessità di accelerare la trasformazione digitale delle città, così da permettere l’accessibilità da remoto ai servizi pubblici. In un tale scenario, indotto dall’emergenza sanitaria, la transizione verso le smart city ha subito un’impennata, in quanto il ricorso al digitale è divenuto inevitabile, l’attenzione al profilo della sostenibilità ha preso piede, il modo di affrontare la quotidianità è stato completamente sovvertito.

Il concetto di intelligenza delle città, pur mostrando aspetti multiformi, presenta caratteristiche di identificazione comuni che si muovono lungo alcuni assi principali: smart economy; smart people; smart governance; smart mobility; smart enrvironment; smart living.

Viene, soprattutto, in evidenza il concetto di “smart people”, che presuppone la partecipazione, il coinvolgimento, il dialogo, e l’interazione tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni di riferimento. In tal senso, una città è tanto più intelligente quanto più è il risultato di un processo partecipativo nel quale gli individui trovano la consapevolezza di poter progettare insieme le politiche pubbliche.

Le città intelligenti sono dunque l’evoluzione da una combinazione di edifici e infrastrutture a organismi viventi i cui principali tratti distintivi sono le persone che le abitano e il modo in cui interagiscono; in altre parole sono città, che grazie all’uso delle tecnologie dell’informazione della comunicazione, evolvono da città spazio a città luogo, da urbs a civitas. Il percorso di trasformazione digitale delle città, tuttavia, lungi dall’essere una ricetta universalmente valida che può essere calata dall’alto, rappresenta un processo graduale che deve tener conto delle peculiarità delle singole realtà che lo intraprendono, per migliorare sensibilmente i propri servizi, evitare gli sprechi, risparmiare risorse e rispondere ai bisogni reali della comunità amministrata.

Siccome la digitalizzazione assume sempre più il ruolo di asset strategico per il Paese e di incredibile opportunità di gestione del cambiamento, il Governo ha previsto una serie di strumenti a favore delle pubbliche amministrazioni che rendono disponibili adeguate risorse economiche per promuovere i processi di innovazione digitale.

Con la legge di conversione n. 120/2020 del decreto legge “Semplificazione e innovazione digitale” è divenuto operativo l’insieme di norme per ridisegnare la governance del digitale, accelerare la digitalizzazione dei servizi pubblici e semplificare i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, con l’ulteriore obiettivo di diffondere la cultura dell’innovazione, di superare il divario digitale e di favorire l’accessibilità alle persone con disabilità. Con la formazione del Governo Draghi, nel febbraio 2021, il percorso della digitalizzazione è stato fortemente confermato, basti pensare alla nomina del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, seguita dall’istituzione di un Comitato interministeriale per la transizione digitale, presieduto dallo stesso Premier.

Tra i primi atti del nuovo Governo si segnala l’adozione del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22 che è intervenuto sulle funzioni del Governo in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale, prevedendo che il Presidente del Consiglio promuova, indirizzi e coordini l’azione del Governo nella strategia italiana per la banda ultra larga, nella digitalizzazione delle PP.AA. e delle imprese e nel potenziamento delle infrastrutture digitali.

La digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni ha assunto un ruolo centrale anche nel nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza, considerato che uno dei tre assi strategici del PNRR riguarda proprio la digitalizzazione e l’innovazione del settore pubblico, leve del rilancio economico del Paese, con il preciso intento di fornire ai cittadini servizi e accessibilità ad una vasta gamma di strumenti ‘smart’. Sicché l’idea di smart city sta generando aspetti interessanti del dibattito tra gli studiosi in termini di minacce e di opportunità indotte dal cambiamento digitale. Gli strumenti ICT, infatti, permettono di sperimentare nuove modalità di confronto e di codecisione tra gli attori del processo, dando vita a nuove forme di “cittadinanza online”, ma allo stesso tempo possono ingenerare un grave rischio di disparità sociale, di digital devide tra coloro che possiedono le competenze digitali e quelli che ne sono privi.

Questo fenomeno, già visibile durante il lockdown, che ha elevato lo smart working a modalità ordinaria di prestazione dell’attività lavorativa e ha costretto a minimizzare il contatto umano e a spostare la comunicazione online, rischia anche di trasformare i grandi centri urbani in città fantasma.

Analizzando i possibili scenari di sviluppo digitale dei prossimi anni, robotica collaborativa, intelligenza artificiale, IoT, bionica, realtà virtuale e aumentata, big data, piattaforme online, si evidenziano una serie di potenziali impatti, di sfide e di opportunità, vengono alla luce le domande comuni. La possibile alienazione è un ulteriore elemento da considerare nell’analisi delle conseguenze della digitalizzazione, per evitare che le PP.AA. da case di vetro si trasformino in case vuote e che le smart city degenerino verso il modello delle new town asiatiche e mediorientali completamente automatizzate e robotizzate, iper-connesse e iper-tecnologiche che mostrano l’aspetto più inquietante del dibattito, perché si allontanano radicalmente dall’idea della “civitas” ciceroniana, intesa come comunità volta a rispondere alle esigenze dei suoi abitanti.

Certo, non pochi sono i nodi che bisogna ancora sciogliere, in quanto l’innovazione tecnologica è ormai un percorso obbligato, ma bisogna valutare bene, al contempo, gli ambiti in cui essa viene applicata per capirne a fondo gli innegabili vantaggi e tutte le possibili conseguenze.

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16/11/2024
Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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12/11/2024
Roma, 18-20 Novembre 2024 – FH55 Grand Hotel Palatino ospita la terza edizione del prestigioso Corso Residenziale di Elettromiografia e Tecniche Neurofisiologiche: Good Clinical Practice, un evento scientifico all'avanguardia che riunisce specialisti di neurologia e neurofisiologia per una formazione avanzata sulle più moderne metodiche neurofisiologiche. Con il crescente ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina, il corso di quest’anno ha introdotto sessioni dedicate all’integrazione di strumenti tecnologici avanzati e algoritmi di IA nella pratica clinica, rivoluzionando l'approccio alle diagnosi neurofisiologiche. Sotto la direzione scientifica della Dr.ssa Marilena Mangiardi medico specialista neurologo e neurofisiologo e Tesoriere della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica, il corso vede la partecipazione di un comitato medico e tecnico-scientifico di spicco, con la presenza di esperti di fama nazionale che, attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche e discussioni interattive, forniranno ai partecipanti un’esperienza didattica completa e integrata.
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30/10/2024
La rapida accelerazione di quel che potremmo definire il nuovo mondo del terzo millennio, non ammette pause, non concede sconti ad alcuno: o ti adegui alla velocità dei cambiamenti o sei fuori In fondo è sempre stata questa la storia dell’evoluzione dell’uomo. Cosa cambia allora rispetto al passato? La velocità. Tutto accade e si consuma troppo in fretta, tutto diventa obsoleto già domani. Non si fa a tempo di assorbire un cambiamento, che già ne arriva un altro.Viviamo nella realtà aumentata e l’intelligenza artificiale ci dà ogni risposta ad ogni domanda, poco importa se, poi, non siamo più in grado di sviluppare un processo critico di conoscenza e di osservazione che poggi sulle più solide letture classiche e moderne, o sugli studi degli esperti.

 

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