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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Monitoraggio e valutazione dell’impatto macroeconomico delle azioni intraprese

di Claudio Nassisi, Dottore Commercialista e Phd in economia e socio Aidr 

Il sistema di monitoraggio dell’uso delle risorse e di avanzamento delle missioni

Nel documento ufficiale che descrive il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la quarta e ultima parte è dedicata alla valutazione dell’impatto macroeconomico delle misure e delle componenti cui verrà dato il via con l’accesso ai fondi messi a disposizione. È necessario premettere che sono state già inquadrate, di massima, le unità organizzative che si occuperanno di effettuare l’analisi dell’attuazione dei progetti e il monitoraggio del piano stesso.

Il Ministero dell’economia gestirà il sistema di monitoraggio rilevando i dati di attuazione finanziaria e l’avanzamento degli indicatori di realizzazione fisica e procedurale ed è prevista l’istituzione di un apposito Organismo di audit indipendente e responsabile del sistema di controllo interno per segnalare e correggere casi di frode, corruzione o conflitto di interesse.

L’attività di monitoraggio sull’attuazione del PNRR sarà svolta mediante sistemi informatici sviluppati presso la Ragioneria Generale dello Stato e sarà incentrata a misurare l’utilizzo delle risorse finanziarie e procedurali.

Entro il 30 giugno di ciascun anno, dal 2021 al 2027, il Consiglio dei ministri approverà e trasmetterà alle Camere una relazione predisposta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’economia e delle finanze – nella quale saranno riportati i prospetti sull’utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU e sui risultati raggiunti.

L’impatto economico delle missioni

Per quanto attiene invece alla previsione dell’impatto economico delle azioni intraprese, nei lavori preparatori al Piano è stato adottato un metodo già in uso per analoghe previsioni (per esempio quelle contenute nel Documento di Economia e Finanza). Si tratta del modello dinamico di equilibrio generale QUEST III (Quarterly European Simulation Tool) che tiene conto degli effetti, in termini di maggiore produttività e competitività del sistema economico, che saranno generati dall’aumento di spesa pubblica mediante gli investimenti pianificati.

Il modello QUEST III con Ricerca e Sviluppo (R&S) è la versione più recente del modello di equilibrio generale sviluppato dalla Commissione Europea. È uno strumento di analisi e simulazione per comprendere gli effetti di riforme strutturali e studia la risposta dell’economia a shock di varia natura o ad interventi di policy. In particolare, la versione del modello utilizzata al Dipartimento del Tesoro è una estensione del modello sviluppato dalla Commissione Europea (DG ECFIN) per la valutazione quantitativa di politiche economiche e dell’impatto del progresso tecnologico (capace di generare ricchezza nel Paese) sulla capacità produttiva.

Tale modello, tuttavia, ha tra i suoi limiti l’impossibilità di analizzare in maniera disaggregata l’impatto delle misure del Piano all’interno dei diversi settori dell’economia.

Per tale motivo al QUEST III è stato affiancato il modello MACGEM-IT. Si è stati così in grado di poter quantificare l’impatto diretto ed indiretto, disaggregato per prodotto, per attività produttiva e per settore istituzionale, degli scenari di intervento pubblico ipotizzati.

L’impatto macroeconomico più immediato, l’effetto “di domanda”, degli interventi prefigurati dipenderà da diversi fattori: l’entità delle risorse effettivamente mobilitate, la natura aggiuntiva o sostitutiva delle misure finanziate con i fondi del programma europeo rispetto a quelle già incluse nel quadro tendenziale dei conti, il grado di efficienza nella realizzazione dei vari progetti, il peso relativo delle varie voci di bilancio interessate.

Su orizzonti temporali più lunghi saranno determinanti gli effetti “di offerta” esercitati sul potenziale di crescita dell’economia dalle riforme e dagli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali di supporto all’attività delle imprese private.

Come ha sottolineato recentemente il Governatore Visco, “per il rilancio dell’economia i piani di spesa pubblica per la transizione verde e digitale andranno accompagnati da riforme volte a migliorare l’ambiente economico in cui si svolge l’attività imprenditoriale in Italia; gli investimenti privati, la crescita delle imprese, l’innalzamento della capacità innovativa del sistema produttivo dipendono anche, in misura importante, da un deciso miglioramento dei servizi prestati dalle pubbliche amministrazioni”.

Negli anni successivi l’impatto macroeconomico dipende essenzialmente dalla capacità degli interventi di agire favorevolmente sulla capacità produttiva del Paese.

Nel valutare il realismo degli scenari, bisogna poi considerare come vi siano diversi fattori strutturali che influiscono sull’efficacia degli investimenti pubblici.

L’adozione di nuove tecnologie e l’investimento in ricerca e sviluppo possono avere ricadute positive anche molto rilevanti sulla produttività totale dei fattori e sul potenziale di crescita dell’economia.

In via prudenziale, non si tiene conto esplicitamente della possibilità che i fondi del PNRR vengano utilizzati

per sostenere oppure attrarre investimenti privati attraverso il mercato, ad esempio tramite forme di partenariato pubblico-privato, contributi a progetti di investimento, prestiti o garanzie.

In tal caso l’impatto sarebbe stato ben maggiore per l’operare di un effetto leva.

Si stima che la bilancia commerciale registrerà un peggioramento per effetto della lieve riduzione delle esportazioni nei primi anni dell’arco temporale e di un aumento delle importazioni, trainato soprattutto dalla spesa in attrezzature elettroniche ed informatiche.

L’impatto delle riforme

Dagli investimenti che verranno attivati dovranno scaturire una serie di riforme, forse fino troppo rinviate.

Le singole azioni sono infatti messe a sistema per ottenere un effetto sinergico complessivamente capace di innovare diversi settori ritenuti critici.

Pubblica amministrazione:

  • miglioramento dei meccanismi di selezione del personale;
  • semplificazione delle procedure e dei processi; investimenti in capitale umano;
  • rafforzamento della digitalizzazione per un incremento della produttività.

Giustizia:

  • rafforzamento della capacità amministrativa attraverso investimenti sul capitale umano;
  • potenziamento delle infrastrutture digitali a supporto del sistema giudiziario.

Concorrenza e imprese:

Le misure considerate in quest’ambito accrescono il grado di concorrenza nei mercati al fine di favorire maggiori investimenti e maggiore competitività tra le imprese.

Impatto territoriale, di genere e generazionale:

L’orientamento del PNRR verso i giovani è significativo anche nel breve termine: l’aumento occupazionale in termini percentuali risulta lievemente superiore a quello complessivo. In particolare, favoriscono l’occupazione giovanile gli interventi ad elevato contenuto innovativo, come la digitalizzazione e gli investimenti in prodotti ICT.

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