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L’Intelligenza Artificiale al tempo del Coronavirus

di MAURO COVINO, Dipendente  Formez, Studioso e Docente di Comunicazione presso le Università di Roma “La Sapienza”, Luiss “Guido Carli”, Lumsa e Bari. Componente Consiglio Direttivo Ferpi Lazio e Responsabile dell’Osservatorio sull’Andamento del Digitale Italiano dell’AIDR

Yuval Harari dice nella sua pubblicazione “Homo Deus” che la scienza sta convergendo verso un dogma onnicomprensivo, che sostiene che gli organismi sono algoritmi e la vita è un processo di elaborazione dati. L’intelligenza si sta affrancando dalla consapevolezza. Algoritmi non coscienti e inconsapevoli ma dotati di grande intelligenza potranno presto conoscerci meglio di quanto noi conosciamo noi stessi.

Sono tematiche emerse ancora con maggior forza durante questa Pandemia che stiamo vivendo, ma spesso l’uso dei numeri e delle previsioni fatte, a fronte di una capacità tecnologica di grande potenza, non ha sempre prodotto i risultati sperati nel gestire l’emergenza o nel mappare il territorio in continua mutazione.

La stessa esperienza del Coronavirus ci ha dimostrato in modo evidente quanto sia importante la nostra capacità di percepire i segnali deboli, di connettere eventi apparentemente molto lontani, ma vicinissimi, negli eventi che ci coinvolgono, di reagire prontamente ad un’emergenza, la nostra capacità organizzativa, la nostra capacità di adattamento, di sviluppare nuove competenze velocemente, la nostra capacità di collaborare. Soprattutto utilizzando intelligentemente le Nuove Tecnologie legate all’Intelligenza Artificiale.

Come ci ha indicato Riccardo Luna in un suo articolo del 2 maggio 2020 su ”La Repubblica” forse con una sapiente combinazione tra Big Data ed Intelligenza Artificiale “ chissà come sarebbe andata l’epidemia di Covid 19 in Italia se fin dal primo giorno avessimo usato i dati? I dati delle relazioni familiari e professionali di chi è contagiato, per poter fare subito tamponi mirati; i dati della localizzazione precisa degli infetti per poter individuare un focolaio in una abitazione, un ufficio, o una residenza per anziani, prima di una strage”.

La stessa Intelligenza Artificiale modificherà  il nostro agire quotidiano, incidendo sulle nostre scelte, sui nostri comportamenti, arrivando persino a prevederli ed a distinguere le nostre emozioni, con realtà artificiale sempre più invasiva, sia negli ambiti personali che professionali, come quando la I.A. viene chiamata in causa per decidere quali persone assumere, tirando  in ballo la possibile e progressiva erosione della facoltà di giudizio e di azione e delle stesse caratteristiche che ci rendono pienamente uomini.

D’altro canto la  I.A,. vuol dire pure rischio di disinformazione come lo ha dimostrato per esempio il recente esperimento di Max Weiss, un ricercatore di Harvard, che ha creato mille commenti in risposta ad un appello del Governo Federala USA relativo al Programma Sanitario Medicaid. Ciascun di tali commenti era diverso dall’altro e sembravano frutto di persone reali che difendevano una posizione politica specifica. Hanno così ingannato gli amministratori del sito Medicaid.gov, che li hanno ritenuti reali preoccupazioni di esseri umani in carne ed ossa.

Ma forse con l’Umanesimo Digitale come dicono nell’omonimo libro Julian Nida–Rumelin e Nathalie Weidenfeld si cerca di far recuperare la centralità dell’Uomo rispetto alle macchine ed alla tecnologia per avviare una Rinascita della cultura, delle relazioni e della moralità.

Perché come il Rinascimento della metà del XIV secolo segnala la scoperta di un nuovo modo di concepire il mondo, che pone al centro l’uomo con i suoi bisogni , le sue pulsioni e le sue sofferenze, così il rinascimento dell’epoca digitale potrebbe essere ispirato dal bisogno di definire un nuovo rapporto tra Uomo e Macchina, nel  quale la tecnologia aumenta le capacità umane,  ed diviene strumento fondamentale per la scrittura di  un nuovo contratto sociale , orientato verso la sviluppo sostenibile.

Senza dimenticare però un giusto approccio critico perché come ci racconta Eric Sadin nella sua pubblicazione “Critica della ragione artificiale. Una difesa dell’umanità” l’I.A. mette in luce gli spazi oscuri e preoccupanti che si aprono nei discorsi su un sostegno indiscriminato dello sviluppo tecnologico.

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16/11/2024
Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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12/11/2024
Roma, 18-20 Novembre 2024 – FH55 Grand Hotel Palatino ospita la terza edizione del prestigioso Corso Residenziale di Elettromiografia e Tecniche Neurofisiologiche: Good Clinical Practice, un evento scientifico all'avanguardia che riunisce specialisti di neurologia e neurofisiologia per una formazione avanzata sulle più moderne metodiche neurofisiologiche. Con il crescente ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina, il corso di quest’anno ha introdotto sessioni dedicate all’integrazione di strumenti tecnologici avanzati e algoritmi di IA nella pratica clinica, rivoluzionando l'approccio alle diagnosi neurofisiologiche. Sotto la direzione scientifica della Dr.ssa Marilena Mangiardi medico specialista neurologo e neurofisiologo e Tesoriere della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica, il corso vede la partecipazione di un comitato medico e tecnico-scientifico di spicco, con la presenza di esperti di fama nazionale che, attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche e discussioni interattive, forniranno ai partecipanti un’esperienza didattica completa e integrata.
Notizie
30/10/2024
La rapida accelerazione di quel che potremmo definire il nuovo mondo del terzo millennio, non ammette pause, non concede sconti ad alcuno: o ti adegui alla velocità dei cambiamenti o sei fuori In fondo è sempre stata questa la storia dell’evoluzione dell’uomo. Cosa cambia allora rispetto al passato? La velocità. Tutto accade e si consuma troppo in fretta, tutto diventa obsoleto già domani. Non si fa a tempo di assorbire un cambiamento, che già ne arriva un altro.Viviamo nella realtà aumentata e l’intelligenza artificiale ci dà ogni risposta ad ogni domanda, poco importa se, poi, non siamo più in grado di sviluppare un processo critico di conoscenza e di osservazione che poggi sulle più solide letture classiche e moderne, o sugli studi degli esperti.

 

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