Nasce il servizio civile digitale, mille giovani aiuteranno chi non sa usare Spid e servizi online

Firmato oggi il protocollo tra la ministra Pisano e il ministro Spadafora. Sperimentazione per un anno dei “facilitatori digitali”, Il bando sarà pubblicato sull’Albo del Servizio civile universale all’inizio del nuovo anno

Per aiutare gli italiani nell’alfabetizzazione informatica arrivano ora i volontari del servizio civile digitale. La ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, e il ministro per le Politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, hanno infatti firmato oggi il protocollo d’intesa per avviare la sperimentazione e impiegare almeno 1000 operatori volontari nel ruolo di “facilitatori digitali”. I giovani, dopo un periodo di formazione, saranno impegnati sul territorio, nei quartieri, nelle comunità locali e negli spazi pubblici organizzati per accogliere e guidare coloro che hanno bisogno di aiuto nell’utilizzo delle tecnologie. Si tratterà insomma di un servizio civile da parte di persone che già hanno competenze digitali, per trasferirle a cittadini di tutte le età.

Il ritardo italiano nell’alfabetizzazione digitale

Quanto sia utile un sostegno del genere lo mostrano i dati Istat sulle competenze digitali di base. L’uso capillare di smartphone e social non si traduce infatti in un utilizzo consapevole degli strumenti tecnologici: il 42% della popolazione tra 16 e 74 anni ha competenze digitali almeno di base, il 58% non ha competenze digitali. Sono inoltre 26 milioni i cittadini tra 16 e 74 anni senza competenze digitali almeno di base, un dato che ci vede in forte ritardo sulla media europea del 42%. Ancora, in questo 58% rientrano 11 milioni di persone che non utilizzano Internet e 15 milioni sono gli utenti Internet che non hanno competenze di base. Di fatto, molti italiani navigano nel mare di internet senza bussola e spesso aggrappati a un tronco in mezzo alla tempesta.

Il bando per diventare “facilitatori digitali”

Nella nota diramata dal ministero si legge che l’iniziativa del servizio civile digitale “punta ad accrescere le capacità e le competenze digitali dei cittadini e favorire l’uso dei servizi pubblici digitali per promuovere il pieno godimento dei diritti di cittadinanza, per diffondere un approccio consapevole alla realtà digitale e per agevolare la collaborazione tra Pubblica amministrazione, enti e cittadini”. L’avviso pubblico per la presentazione di programmi di intervento e progetti per il Servizio civile digitale sarà rivolto agli enti accreditati presso l’Albo del Servizio civile universale e pubblicato all’inizio del nuovo anno sul sito del Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale.

Il protocollo sul Servizio civile digitale, spiega ancora la nota, rientra nelle finalità del programma ‘Repubblica digitale’ promosso dalla ministra Pisano per contrastare il divario digitale, anche di natura culturale, e risponde pienamente all’obiettivo principale del Servizio civile sostenuto dal ministro Spadafora di investire sui giovani, sulla loro formazione e sul loro ruolo di cittadini attivi. L’introduzione dell’identità digitale, la necessità e la comodità di usare i servizi online della pubblica amministrazione  (un esempio è la corsa all’assegnazione dello Spid per il “cashback”) rendono non procrastinabile un piano per l’alfabetizzazione digitale, oppure una vasta fetta della popolazione resterà indietro.

Pisano e Spadafora: “Compito dello Stato non lasciare nessuno indietro nell’alfabetizzazione informatica”

“Le ragazze e i ragazzi del Servizio civile digitale – ha affermato la ministra Pisano – saranno impegnati nell’aiutare i cittadini, a partire dalle persone anziane e da coloro che hanno meno confidenza con le tecnologie, ad ottenere e utilizzare i nuovi servizi digitali della Pubblica amministrazione come il Sistema pubblico di identità digitale (Spid) oppure l’app “Io” per accedere ai servizi pubblici da cellulare. È soprattutto compito dello Stato fare in modo che nessun cittadino sia lasciato indietro, in particolare chi ha più difficoltà nell’uso di nuovi servizi digitali”.

Il ministro Spadafora ha spiegato che “durante il lockdown migliaia di ragazze e ragazzi hanno messo a disposizione le loro competenze tecnologiche per aiutare i loro familiari e amici a restare connessi, nonostante le distanze imposte dalla pandemia, e a usufruire dei servizi digitali di Enti, Istituzioni, uffici, associazioni. È stata una risposta spontanea che ha consentito in breve tempo un salto digitale a moltissimi cittadini meno abituati a utilizzare le nuove tecnologie. È una spinta che non dobbiamo perdere. Il protocollo firmato oggi consentirà un primo esperimento nel 2021 del Servizio civile digitale, che potrà essere valorizzato al meglio nel prossimo futuro anche grazie al piano Next Generation EU”.

Fonte La Repubblica 28/12/20

 

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