OCSE PISA: digitale, apprendimento e benessere a scuola
di Fulvio Oscar Benussi*
PISA: i numeri
OCSE
Numero dei partecipanti al progetto PISA: 81 Paesi
Numero complessivo di studenti di 15 anni negli 81 Paesi: 29.000.000
Studenti che hanno svolto i test: 690.000
Italia
Numero complessivo di studenti di 15 anni in Italia: 496.300
Studenti che hanno svolto i test: 10.552
Scuole coinvolte: 345
Gli esiti in breve
La buona notizia è che il nostro Paese appare avere risentito meno di altri del calo di conoscenze e competenze da parte degli studenti che hanno partecipato ai test, nelle scuole Italiane.
L’OCSE ha reso noti gli esiti ottenuti nei test svolti da studenti di 15 anni di età in matematica, lettura e scienze. La buona notizia è che il nostro Paese appare avere risentito meno di altri del calo di conoscenze e competenze da parte degli studenti che hanno partecipato ai test, nelle scuole Italiane. I test del Programma di valutazione internazionale degli studenti (PISA) valutano conoscenze e competenze degli studenti ed esplorano quanto gli studenti siano in grado di risolvere problemi complessi, pensare in modo critico e comunicare in modo efficace. L’obiettivo è approfondire quanto i sistemi scolastici dei Paesi che partecipano a PISA preparino gli studenti alle sfide della vita reale.
Nel confronto con gli altri Paesi gli studenti italiani hanno ottenuto punteggi vicini alla media OCSE in matematica superiore a quello dell’OCSE nella lettura e inferiore alla media OCSE nel settore scientifico. L’effetto covid su quanto appreso dai ragazzi sembra essere stato contenuto nei test.
I risultati medi del 2022 confrontati a quelli del 2018 sono risultati:
- in calo in matematica,
- quasi uguali in lettura,
- in miglioramento in scienze.
l’indagine PISA 2022, relativamente alla situazione complessiva degli 81 Paesi partecipanti, ha registrato un calo senza precedenti dei risultati in media nei paesi OCSE. Rispetto al 2018, i risultati medi sono diminuiti di 10 punti nella comprensione del testo e di quasi 15 punti in matematica.
Qual’è il possibile contributo del digitale nella didattica?
Le innovazioni possibili negli ambienti digitali consentono l’avvio di nuovi percorsi educativi. Se si studia matematica in ambienti digitali il computer può analizzare il modo in cui gli studenti imparano e raggiungono i risultati. L’esperienza di apprendimento può essere così maggiormente capace di adattamento e di interattività. Inoltre è possibile proporre un apprendimento ludico che attraverso il gioco renda l’apprendimento più intrigante. Si possono proporre simulazioni al computer che consentano agli studenti di fare cose difficilmente realizzabili concretamente nelle scuole. A partire dalla massima: se sento dimentico, se vedo ricordo, se provo capisco è facile intuire il perché è più efficace svolgere la replica di un esperimento in un laboratorio virtuale piuttosto che ascoltare semplicemente un insegnante che spiega i risultati di un esperimento scientifico.
Nella maggioranza dei Paesi coinvolti in PISA gli studenti utilizzano i cellulari, i computer e altri dispositivi come supporti alla loro esperienza educativa. La transizione all’uso educativo degli strumenti digitali è stata favorita dal COVID. Il cambiamento è stato facilitato dalla pandemia a causa della quale le scuole sono state costrette ad accettare di confrontarsi con la tecnologia digitale. Lezioni a distanza, strumenti digitali e app educative hanno trasformato radicalmente le modalità dell’apprendimento.
Gli esiti PISA hanno dimostrato che l’utilizzo degli strumenti digitali da parte degli studenti hanno fatto loro acquisire solide basi per un efficace apprendimento autonomo anche da remoto. Nel complesso, gli studenti che avevano seguito questi percorsi di apprendimento legati all’uso delle tecnologie digitali erano più sicuri di sé e più capaci di apprendere in modo indipendente. E sono riusciti ad ottenere punteggi più alti in tutte le materie studiate con uno scarto positivo di ben 10 punti rispetto ai loro coetanei meno emancipati nell’uso della tecnologia. Va comunque segnalato che competenze di lettura adeguate restano indispensabili per un apprendimento efficace nei contesti digitali in quanto la maggior parte dei materiali didattici digitali sono basati su guide all’utilizzo che vengono proposte in forma testuale.
Negli ultimi anni le scuole italiane sono state destinatarie di numerosi e cospiqui investimenti in hardware, software e realizzazione di connessioni a banda larga. A questo riguardo è nostro parere che la concessione dei finanziamenti dovrebbe essere legata a un criterio di condizionalità. La scuola che riceve il finanziamento per acquistare materiali digitali dovrebbe assumere l’impegno che l’utilizzo di tali materiali sarà effettuato integrandone l’uso nella didattica ordinaria di varie materie e per un congruo numero di anni scolastici. Per trasparenza tale impegno dovrebbe inoltre essere verificabile dall’utenza mediante precise indicazioni apposte nello schema di orario scolastico delle lezioni pubblicato dalle scuole nei relativi siti istituzionali.
Qualità della vita scolastica
Con il questionario somministrato insieme ai test PISA è stato sondato come gli studenti di 15 anni coinvolti nel progetto OCSE si pongono rispetto alla scuola.
Questi i dati emersi dalle risposte dei ragazzi: il 76% degli studenti in Italia ha dichiarato di fare amicizia facilmente a scuola, il 64% percepisce un senso di appartenenza alla scuola, il 14% ha risposto di sentirsi solo e il 13% di considerarsi un escluso. Inoltre nel 2022, il 18% degli studenti in Italia ha dichiarato di non essere soddisfatto della propria vita in generale.
Pensiamo che gli esiti del sondaggio OCSE possono essere considerati in relazione con la vasta diffusione del femminicidio in Italia e con i recenti fatti di cronaca che evidenziano le crescenti difficoltà relazionali tra sessi e nei rapporti di coppia. In Italia, il 7% degli studenti ha dichiarato di non sentirsi sicuro nel recarsi a scuola, il 7% degli studenti non si sente sicuro nemmeno in classe e il 10% dei ragazzi afferma di non sentirsi sicuri nemmeno in altre zone e locali della scuola. Infine il 14% delle ragazze e il 16% dei ragazzi dichiarano di essere stati vittime di atti di bullismo e/o di avere subito la diffusione di voci spiacevoli su loro stessi. Questi dati a nostro parere implicano la necessità che si agisca sul contesto in cui i ragazzi si trovano a crescere. , Per risolvere i problemi crediamo che non basti invocare la presenza dello psicologo a scuola come hanno proposto alcuni commentatori, per altro questa sarebbe un’opzione di difficile realizzazione per motivi economici. La trasformazione della scuola da ambiente sanzionatorio e competitivo ad ambiente dove sia il piacere (di imparare) e non la paura (dei compagni, del giudizio degli insegnanti, del brutto voto) a scandire le giornate, potrebbe essere una migliore soluzione al problema. Questa trasformazione potrebbe favorire la cesura dell’automatismo di riproduzione di quei modelli autoritari di stampo patriarcale di gestione delle relazioni che affliggono la nostra società.
* Formatore e pubblicista, socio Fondazione AIDR (www.aidr.it)
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