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Prevenire è meglio che curare: vale anche per la manutenzione predittiva delle Grandi Opere Pubbliche?

Di Vito Coviello Socio AIDR e Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei trasporti e della logistica.

I programmi di storia, si sa, devono necessariamente fare una selezione degli eventi più significativi che hanno segnato, nel bene o nel male, l’evoluzione della  specie umana. E’  per  questa  ragione che tra le pagine di storia spesso mancano quelle dei decenni più recenti. A  volte però la ragione è anche  un’altra: meno recenti sono i fatti da raccontare, più agevole è il compito di descriverli  con senso critico e maggiore distacco.

Per le  epoche più recenti  possiamo  (e dobbiamo) ricostruire l’evoluzione del costume, della società, della politica e dell’economia  tramite i tanti libri, articoli e documentari  oggi facilmente disponibili anche on-line. Potremmo scoprire ad esempio che alcune Grandi Opere sono state realizzate in tempi incredibilmente brevi, ma potemmo anche  ricordare quali altre opere sono state completate molti anni dopo i tempi promessi o non sono mai state portate a termine. Non so  quanti  sanno che  il 4 ottobre 1964  fu inaugurata l’autostrada del sole “Milano-Napoli”, lunga 755 chilometri e costruita in soli 8 anni! L’opera  costò circa 300 miliardi di vecchie lire  e fu consegnata senza aumenti di prezzi con 3 mesi di anticipo. Molti diranno che  erano altri tempi, che erano gli anni del boom economico, gli anni dell’Italia che aveva fretta di crescere e di allontanarsi dagli anni bui della Seconda Guerra Mondiale.

Vero è  che L’opera  fu progettata  pochi anni dopo la fine della guerra, i lavori iniziarono nel 1956 e terminarono nel 1964! Una delegazione di esperti  volò in America per studiare le tecniche di realizzazione e di appalto delle grandi opere. Il filmato storico  di cui al link sottostante ci riporta indietro nel tempo, con un po’ di nostalgia
https://www.youtube.com/watch?v=AaNR-MKGvic

Ora molti lettori probabilmente penseranno che per il “principio del contrappasso per  contrasto” di Dante,  abbiamo poi subito i tempi biblici della Salerno – Reggio Calabria. Ma non è l’analisi delle cause negative di molte altre grandi opere realizzate con rilevanti ritardi l’ambito di questo articolo, bensì l’approccio positivo  nella progettazione dell’autostrada del sole:  l’innovazione, lo studio delle nuove tecnologie e  la volontà  di crescere, sono stati i fattori di successo di allora e dovrebbero essere  i fattori di successo delle prossime nuove grandi opere.

Il Next Generation Ue  ci offre una  nuova opportunità, da non sprecare.

Ma se riusciremo a realizzare le grandi opere in tempi rapidi  e queste ultime  faranno poi da volano della ripresa economica, dobbiamo poi anche essere in grado di assicurare una adeguata manutenzione di quanto realizzato. Facciamo riferimento alla manutenzione predittiva per il mantenimento in efficienza del patrimonio infrastrutturale del Paese: pensiamo alle strade, ai ponti e a tante altre opere. La manutenzione predittiva è un tipo di manutenzione  che viene svolta per prevenire  il deterioramento e intervenire  prima, con costi e impatti molto più bassi.

E’ Il vecchio proverbio “prevenire è meglio che curare” applicato nel settore delle infrastrutture più avanzate tecnologicamente e all’IoT (Internet of Things)   per assicurare la durata delle Grandi Opere e per tutelare gli investimenti. La manutenzione predittiva si effettua con l’individuazione dei parametri da misurare e con  l’elaborazione dei dati utilizzando appropriati modelli matematici, il tutto allo scopo di conoscere il tempo residuo prima del guasto e intervenire  seguendo il programma.

Possiamo dunque oggi prevedere e programmare la manutenzione grazie all’IoT seguendo specifici piani indispensabili per garantire il buon funzionamento delle risorse aziendali.

E’  un cambio totale di paradigma perché prima nel campo della manutenzione industriale  si applicava il modello di “manutenzione reattiva”, ovvero di risposta al verificarsi del problema. Oltre ai maggiori costi, la manutenzione reattiva  causava  problematiche  a cascata  generate dal guasto a cui seguiva spesso il fermo produttivo.

Dopo  la manutenzione reattiva si è applicato il modello di  manutenzione  preventiva che  permette di pianificare per tempo e con razionalità gli interventi  ad impianto fermo  e senza dare contraccolpi sulla produzione industriale,  riducendo i fermi macchina  e sostituendo i “pezzi” prima che si arrivi al 100% del logoramento.

Oggi invece è possibile effettuare la manutenzione predittiva grazie all’IoT (Internet of  Things): possiamo monitorare lo stato di salute degli impianti e dei macchinari indentificando il problema prima che si verifichi. Ma come funziona la manutenzione predittiva? Sfrutta  tutte le potenzialità dell’IoT (Internet  of  Things) e utilizza piccoli sensori elettronici.

In estrema sintesi, oggi abbiamo la possibilità di elaborare enormi quantità di dati che riceviamo da una rete di sensori applicando complessi modelli matematici per  utilizzarli in modalità  “predittiva”. Questo nuovo e  complesso modello di manutenzione è realizzato grazie al “data miming” ovvero all’insieme di tecniche e metodologie adottate per estrarre le informazioni utili ai fini della manutenzione.

La manutenzione predittiva è in grado di monitorare in tempo “reale” il macchinario industriale e, di conseguenza, consente di intervenire prima che il problema si verifichi.

Ma  torniamo alle Grandi Opere, come possiamo tutelare il nostro grande patrimonio?

Ai  Ponti, alle strade e, più in generale, a tutte le  grandi infrastrutture  pubbliche, si dovrebbe applicare il modello di manutenzione predittiva affiancando anche un modello più snello di coperture di budget,  di  pianificazione  e di assegnazione degli interventi, avendo a disposizione le tecnologie e i modelli matematici che oggi consentono di programmare gli interventi  con il supporto di dati certi e in tempo reale, aumentando allo stesso tempo la sicurezza e  abbassando i costi.

Dobbiamo pertanto abituarci anche alla conoscenza e all’utilizzo di nuovi termini quali  CMMS  (Computerized Maintenance Management System) che è il software  che garantisce  questa  evoluzione della gestione della manutenzione. Sono   web app dove vengono fatti confluire i dati raccolti dai sensori per le analisi  finalizzate a  dare soluzioni mirate che anticipano  e risolvono i problemi.

Sarà  possibile  effettuare un  cambio di passo e di paradigma anche nei modelli da applicare per la realizzazione e la manutenzione delle grandi opere prima di attuare il Next Generation Plan Italia?

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