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Privacy e web: conoscere regole Ue, più attenzione ai click

Presentazione libro esperta De Stefani su Gdpr, intervento sottosegretario Fantinati

Incontro a Montecitorio, a un anno da entrata in vigore nuovo Regolamento

Roma, 19 giugno – Da una parte la conoscenza delle nuove norme europee, che in fatto di privacy hanno modificato in maniera sostanziale le regole da seguire sul web. Dall’altra la necessaria attenzione individuale, di ogni singolo utente, per far sì che i nostri comportamenti in Rete, anche in maniera inconsapevole, non alimentino effetti collaterali, quasi sempre indesiderati. Sono questi i due punti chiave attorno ai quali si è sviluppato il dibattito su privacy e web, ieri pomeriggio a Montecitorio, a un anno circa dall’entrata in vigore del Regolamento europeo, a cui hanno partecipato Mattia Fantinati, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Pubblica amministrazione, Cristiana Luciani, funzionario del Garante per la protezione dei dati personali, Mauro Nicastri, presidente di Aidr (Associazione italian digital revolution). Occasione dell’incontro, moderato dal giornalista parlamentare e quirinalista del Tg2, Luciano Ghelfi, è stata la presentazione dell’ultimo libro di Federica De Stefani, avvocato ed esperta in diritto delle nuove tecnologie, Il GDPR per il marketing e il business online – Gestire correttamente siti, blog e social network (Hoepli editore).

“Le nuove tecnologie hanno aperto problematiche interessantissime”, ha subito inquadrato Fantinati, convinto che sia “giusto cercare di regolamentare” il settore, considerando la “potenza” dei dati personali. Lo sviluppo delle piattaforme social, ha aggiunto, ha portato l’utente a dichiarare in prima persona le proprie passioni sportive, così come i suoi orientamenti politici e religiosi: “Un vantaggio, dal punto di vista della interazione, uno svantaggio quando qualcuno li utilizza in maniera irregolare o semplicemente per farne business”. “Dobbiamo studiare le normative per capire cosa ci potrà essere domani”, ha continuato Fantinati, secondo cui dietro la legge si celano “scelte importanti” da prendere per raggiungere un obiettivo: “Far sì che i dati vengano usati ma non abusati, attraverso una normativa più duratura possibile, per dare stabilità a un mercato che più è stabile più cresce”.

Il Gdpr – ha riferito dal canto suo Luciani – aveva concesso due anni di tempo a tutti i Paesi europei per adeguarsi alle nuove norme, ma l’Italia si è ridotta ad attuarlo negli ultimi mesi, a causa dell’idea sbagliata che ci potesse essere una proroga, un differimento. Ad ogni modo, il ruolo dell’Authority oggi è cambiato molto, perché è mutato completamente assetto normativo e non svolge più un’azione da ‘mamma chioccia’”. “Prima, il Garante definiva già cosa era o non era lecito – ha puntualizzato –, ora si è messo fine alla tipica deresponsabilizzazione italiana ed è il titolare del trattamento dei dati a diventarne il ‘dominus’”. In generale, “c’è molto da lavorare soprattutto sulla cultura della privacy, ad esempio con il mondo della scuola”.

A lanciare il tema della “reputazione” online è stato Nicastri, che a nome dell’Aidr ha posto così la questione: “Durante la nostra attività di diffusione della cultura digitale, capita spesso di registrare paure, tensioni e impotenza di diversi cittadini nei confronti di pubblicazioni web a tratti calunniose, diffamanti, che non si riesce in alcun modo a cancellare, eliminare dalla Rete. Si tratta di un problema molto serio, perché va a compromettere la reputazione del soggetto malcapitato, che avrebbe invece diritto a non discolparsi in merito magari a reati mai commessi o fatti mai avvenuti”.

La prima questione da considerare è l’immissione dei dati, perché quando vengono pubblicati in Rete escono dalla nostra disponibilità e non possiamo poi cancellarli del tutto”, ha risposto De Stefani, dal momento che “bastano pochi secondi, dopo una qualsiasi condivisione, e un dato è stato già inoltrato a numero imprecisato di server, con conseguenti backup e screenshot a catena”. “In Rete – ha rimarcato l’autrice de Il Gdpr per il marketing e il business onlinela distruzione dei dati è quasi impossibile. Nel mondo anglosassone, non a caso, si usa l’espressione ‘diritto ad essere dimenticato’. Ciò che oggi si può fare è ottenere la deindicizzazione, magari per specifiche keywords. Il diritto all’oblio, seguendo le logiche della Rete stessa, si ottiene anche con i risultati di una ricerca mostrati in seconda o terza pagina, a cui la stragrande maggioranza degli utenti non accede”.

Spostando l’attenzione infine sul problema cookie, De Stefani ha spiegato che “i banner sui siti non sempre, anzi, quasi mai sono mostrati in maniera corretta, con il consenso da ottenere richiesto per ogni finalità proposta. Accettarli tutti non è corretto – alcuni hanno a che fare con il marketing, la profilazione, la statistica – senza contare che il consenso ha una durata diversa a seconda della finalità”. In definitiva, “l’utente purtroppo non percepisce l’importanza del dato o cosa esso sia. E quello che prima ci sembrava normale, con la nuova normativa – parliamo ad esempio di condivisione di un numero di cellulare su Whatsapp o l’inoltro di una e-mail – senza il consenso del diretto interessato non è consentito”.

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Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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Roma, 18-20 Novembre 2024 – FH55 Grand Hotel Palatino ospita la terza edizione del prestigioso Corso Residenziale di Elettromiografia e Tecniche Neurofisiologiche: Good Clinical Practice, un evento scientifico all'avanguardia che riunisce specialisti di neurologia e neurofisiologia per una formazione avanzata sulle più moderne metodiche neurofisiologiche. Con il crescente ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina, il corso di quest’anno ha introdotto sessioni dedicate all’integrazione di strumenti tecnologici avanzati e algoritmi di IA nella pratica clinica, rivoluzionando l'approccio alle diagnosi neurofisiologiche. Sotto la direzione scientifica della Dr.ssa Marilena Mangiardi medico specialista neurologo e neurofisiologo e Tesoriere della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica, il corso vede la partecipazione di un comitato medico e tecnico-scientifico di spicco, con la presenza di esperti di fama nazionale che, attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche e discussioni interattive, forniranno ai partecipanti un’esperienza didattica completa e integrata.
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La rapida accelerazione di quel che potremmo definire il nuovo mondo del terzo millennio, non ammette pause, non concede sconti ad alcuno: o ti adegui alla velocità dei cambiamenti o sei fuori In fondo è sempre stata questa la storia dell’evoluzione dell’uomo. Cosa cambia allora rispetto al passato? La velocità. Tutto accade e si consuma troppo in fretta, tutto diventa obsoleto già domani. Non si fa a tempo di assorbire un cambiamento, che già ne arriva un altro.Viviamo nella realtà aumentata e l’intelligenza artificiale ci dà ogni risposta ad ogni domanda, poco importa se, poi, non siamo più in grado di sviluppare un processo critico di conoscenza e di osservazione che poggi sulle più solide letture classiche e moderne, o sugli studi degli esperti.

 

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