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Realtà virtuale e aumentata: una rivoluzione nell’industria navale

di Francesco Pagano*

Per lungo tempo, il settore industriale e quello delle tecnologie informatiche hanno seguito percorsi paralleli. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a una convergenza sempre più marcata, con un’integrazione crescente tra gli ambienti IT e le tecnologie operative (OT), ovvero i macchinari industriali. Questa tendenza coinvolge imprese di ogni dimensione.

Tra le tecnologie IT più utilizzate nel settore industriale spiccano il machine learning, fondamento dell’intelligenza artificiale, che ha permesso di sviluppare funzionalità avanzate come la manutenzione predittiva dei macchinari, e le tecnologie di realtà virtuale (VR) e aumentata (AR). Queste ultime, nate nel mondo dei videogiochi con risultati inizialmente modesti a causa dei limiti tecnologici dell’epoca, hanno conosciuto una rinascita grazie all’introduzione di visori più moderni e potenti. Meta – l’azienda che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp – ha investito e continua a investire miliardi in questo settore, puntando alla realizzazione del metaverso.

Sebbene la visione di Zuckerberg si sia concretizzata solo in parte, con un discreto successo commerciale dei visori più economici come i vari modelli di Meta Quest, nel mondo industriale la realtà virtuale e aumentata hanno assunto un ruolo sempre più rilevante. Se negli anni ’90 queste tecnologie erano utilizzate principalmente dall’esercito per l’addestramento dei militari, oggi un numero crescente di imprese le impiega in ambito civile per ispezioni e manutenzione da remoto, oltre che per la formazione dei tecnici. Si tratta di soluzioni che permettono di ridurre sensibilmente i costi operativi e gli errori, facilitando la presa di decisioni in tempo reale senza la necessità di spostare fisicamente team di tecnici specializzati.

Un esempio concreto di questa applicazione proviene da CETENA, società controllata da Fincantieri, che ha sviluppato un simulatore di veicoli subacquei filoguidati basato su tecnologie VR e AR. Situato a La Spezia, questo strumento serve a due scopi principali: addestrare il personale all’utilizzo e alla manutenzione di questi mezzi telecomandati. Il simulatore integra modelli 3D, manuali tecnici digitali e procedure operative per supportare le attività della Marina in scenari e missioni reali, garantendo un livello di realismo senza precedenti nelle sessioni di familiarizzazione e addestramento.

Questa innovazione segna un punto di svolta, essendo la prima volta che tale approccio viene adottato per la simulazione di veicoli subacquei. CETENA ha già un’esperienza consolidata in questo campo, avendo realizzato MANTA FMNS, lo strumento utilizzato dalla Marina Militare italiana per simulazioni belliche ultra-realistiche. L’azienda ha inoltre sviluppato l’Helicopter Tactical Simulator, un simulatore di elicotteri integrato nel sistema MANTA, compatibile con i più recenti visori VR disponibili sul mercato.

Benché queste tecnologie nascano in ambito militare, le loro applicazioni si estendono al settore civile. Ne è un esempio WHALE, una suite completa di prodotti di simulazione per l’addestramento degli equipaggi in ambito civile. Questo sistema permette di testare in sicurezza le procedure per operazioni anti-incendio, anti-allagamento, ancoraggio delle navi nei porti e rifornimento.

È importante sottolineare che il successo di queste simulazioni avanzate in ambito civile è largamente dovuto alla disponibilità di visori VR e AR a costi contenuti. Grazie agli investimenti di Meta e di altri attori del settore, è ora possibile acquistare un visore di alta qualità con poche centinaia di euro, o al massimo qualche migliaio per i dispositivi più sofisticati. Questo vale principalmente per i dispositivi destinati all’addestramento. Diverso è il discorso per i dispositivi di realtà aumentata utilizzati durante le missioni operative, come quelli indossati dai piloti degli F-35, il cui costo può raggiungere i 400.000 dollari.

 

*Esperto ICT e Direttore generale Fondazione AIDR (www.aidr.it)

 

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Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
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Roma, 18-20 Novembre 2024 – FH55 Grand Hotel Palatino ospita la terza edizione del prestigioso Corso Residenziale di Elettromiografia e Tecniche Neurofisiologiche: Good Clinical Practice, un evento scientifico all'avanguardia che riunisce specialisti di neurologia e neurofisiologia per una formazione avanzata sulle più moderne metodiche neurofisiologiche. Con il crescente ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina, il corso di quest’anno ha introdotto sessioni dedicate all’integrazione di strumenti tecnologici avanzati e algoritmi di IA nella pratica clinica, rivoluzionando l'approccio alle diagnosi neurofisiologiche. Sotto la direzione scientifica della Dr.ssa Marilena Mangiardi medico specialista neurologo e neurofisiologo e Tesoriere della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica, il corso vede la partecipazione di un comitato medico e tecnico-scientifico di spicco, con la presenza di esperti di fama nazionale che, attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche e discussioni interattive, forniranno ai partecipanti un’esperienza didattica completa e integrata.
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