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Sanità digitale: a che punto siamo?

Il report Global Digital 218 dice che gli utenti connessi a internet in tutto il mondo superano i 4 miliardi, con una percentuale di penetrazione del 53%, passando in media 6 ore al giorno online. In Italia gli utenti sono 43 milioni, di cui 34 milioni iscritti sui social.

Ogni giorno cresce il numero di italiani che dichiara di saper usare strumenti legati alla connected care, che migliora la qualità delle cure. Si tratta in larga parte di persone già “digitali” e sempre più consapevoli delle proprie condizioni fisiche, che chiedono più comunicazione, soprattutto tra la fase della prevenzione e della cura.
A sorpresa, non sono solo i millennials portavoce di una gestione proattiva della salute, ma anche gli over 55, che hanno grandi aspettative sulla connected care.

I sistemi di personal tracking e delle app del comparto wellness sono in continuo aumento e, senza che ce ne accorgiamo, entrano sempre più nelle nostre abitudini quotidiane, dal contapassi al conta calorie. Ma anche settori più specializzati, come la telemedicina e la tecno-assistenza, sono in forte aumento, perché motivano le persone a prendersi cura del proprio stato di salute partendo da uno stile di vita sano, passando per la prevenzione fino alla eventuale fase di diagnosi, cura e riabilitazione.
Un italiano su due si informa in rete e legge le recensioni su un medico prima di consultarlo. Pratica che a volte non rassicura, anzi sembra confondere il paziente stesso. E’ però vero che aumenta l’interazione online con il proprio medico, che riceve riscontri via web.

Esistono però delle criticità quali la mancanza di una rete integrata tra le informazioni e le strutture, e le strutture stesse, questo comporta il fatto di dover ripetere spesso le stesse informazioni al personale sanitario e ripetere gli stessi esami in strutture diverse, che provoca non solo perdite di tempo, ma anche sprechi di denaro pubblico.

Grazie ai progressi della e-health, è possibile oggi raccogliere dati per una definizione di piani personalizzati dall’inizio della cura ospedaliera fino al rientro a casa, dati che possono essere interscambiati tra le diverse figure sanitarie che hanno in cura la stessa persona e le diverse strutture con le quali entra in contatto l’assistito.
Diversamente da come ci si aspetterebbe, sono proprio gli anziani a riporre maggiore fiducia nella digitalizzazione, sostenendo che la connected care porterà a una più elevata qualità dell’assistenza sanitaria, con l’auspicio che i costi siano più accessibili e le strutture sanitarie più pronte.

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Notizie
16/11/2024
Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
Notizie
12/11/2024
Roma, 18-20 Novembre 2024 – FH55 Grand Hotel Palatino ospita la terza edizione del prestigioso Corso Residenziale di Elettromiografia e Tecniche Neurofisiologiche: Good Clinical Practice, un evento scientifico all'avanguardia che riunisce specialisti di neurologia e neurofisiologia per una formazione avanzata sulle più moderne metodiche neurofisiologiche. Con il crescente ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina, il corso di quest’anno ha introdotto sessioni dedicate all’integrazione di strumenti tecnologici avanzati e algoritmi di IA nella pratica clinica, rivoluzionando l'approccio alle diagnosi neurofisiologiche. Sotto la direzione scientifica della Dr.ssa Marilena Mangiardi medico specialista neurologo e neurofisiologo e Tesoriere della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica, il corso vede la partecipazione di un comitato medico e tecnico-scientifico di spicco, con la presenza di esperti di fama nazionale che, attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche e discussioni interattive, forniranno ai partecipanti un’esperienza didattica completa e integrata.
Notizie
30/10/2024
La rapida accelerazione di quel che potremmo definire il nuovo mondo del terzo millennio, non ammette pause, non concede sconti ad alcuno: o ti adegui alla velocità dei cambiamenti o sei fuori In fondo è sempre stata questa la storia dell’evoluzione dell’uomo. Cosa cambia allora rispetto al passato? La velocità. Tutto accade e si consuma troppo in fretta, tutto diventa obsoleto già domani. Non si fa a tempo di assorbire un cambiamento, che già ne arriva un altro.Viviamo nella realtà aumentata e l’intelligenza artificiale ci dà ogni risposta ad ogni domanda, poco importa se, poi, non siamo più in grado di sviluppare un processo critico di conoscenza e di osservazione che poggi sulle più solide letture classiche e moderne, o sugli studi degli esperti.

 

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