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In sanità digitale l’Italia investe poco

In sanità digitale l’Italia investe solo 22 euro pro-capite contro i 70 euro della Danimarca, i 60 delle Gran Bretagna o i 40 della Francia. Gli investimenti in sanità digitale da parte del sistema pubblico e privato risultano ancora insufficienti e poco digitale risulta la gestione del paziente cronico.
La forbice è ancora ampia tra risorse disponibili in ambito digitale e bisogni dei cittadini; per offrire la migliore assistenza possibile, garantendo la sostenibilità economica del sistema, le soluzioni digitali rappresentano la sola leva su cui puntare.

Negli ultimi 5 anni la spesa sanitaria complessiva, tra sistema pubblico ed esborso diretto dei cittadini, è stata intorno ai 145-150 miliardi di euro, il fabbisogno stimato per il 2025 si prevede sia intorno ai 210 miliardi, considerando inoltre che gli italiani over 65 sono in forte crescita, rappresentando oggi il 21,8 per cento della popolazione totale, che nel 2051 raggiungerà quasi il 35 per cento, oltre 1 su 3 cittadini.

Solo in media 1 azienda sanitaria su 3 utilizza un supporto digitale nella definizione, visualizzazione e aggiornamento di piani di assistenza individuale, per l’analisi dei dati dei pazienti e per mettere in comunicazione tutti gli attori del sistema salute.

I Cittadini italiani, dal canto loro, risultano ancora poco ‘digitali’ in sanità. Questo problema emerge anche nei rapporti con il medico. A indicarlo sono i recenti dati del Politecnico di Milano che mostrano come 3 italiani su 10 non siano in grado di utilizzare dispositivi elettronici, soprattutto tra gli over 75.

Risulterebbe che circa 7 su 10 preferiscano incontrare il medico di persona e, fra chi usa strumenti digitali, il 15% utilizza l’email, il 13% gli Sms e il 12% WhatsApp. Inoltre il 50% dei medici è preoccupato che l’utilizzo di questi strumenti possa creare incomprensioni con i pazienti, aumentare il carico di lavoro del medico e comportare rischi legati a un mancato rispetto della normativa sulla privacy.

È comunque in aumento la consapevolezza da parte dei medici circa l’importanza del digitale (telemedicina, cartella clinica elettronica, app, dispositivi indossabili, intelligenza artificiale, analisi dei big data e quant’altro), che, oltre a rendere più veloce ed efficace lo scambio di informazioni, favorisce la sostenibilità economica di lungo periodo del Sistema Sanitario Nazionale, contribuendo all’erogazione di un adeguato livello di qualità delle cure soprattutto per chi è affetto da una o due malattie croniche (rispettivamente ad oggi il 39% e il 20,9% degli italiani) e, non da ultimo, integra le informazioni di natura amministrativa provenienti dai big data delle Regioni e delle aziende sanitarie con quelle di natura sanitaria relative al paziente stesso, al fine di assicurare le migliori cure specialistiche, in una staffetta importante tra ospedale e territorio.

di Andrea Bisciglia, cardiologo e direttore osservatorio sanità digitale Aidr 

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Notizie
16/11/2024
Sull’addio alle ricette cartacee, parla al Secolo.it Andrea Bisciglia cardiologo e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale della Fondazione Aidr. “Ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di polemizzare strumentalmente su queste iniziative – spiega – perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile per costruire una sanità più efficiente e inclusiva. Il nostro impegno è rivolto a difendere chi lavora per una Nazione migliore”. Dottor Bisciglia, il Governo italiano ha annunciato che dal 2025 sarà attuato l’articolo 54 della Legge di Bilancio, portando a termine il processo di dematerializzazione delle ricette mediche. Qual è il significato di questo cambiamento per il rapporto tra cittadini e Servizio Sanitario Nazionale? Questo cambiamento rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui i cittadini accedono ai farmaci e ai servizi sanitari. La dematerializzazione delle ricette mediche semplifica radicalmente la vita dei pazienti, eliminando la necessità di recarsi fisicamente negli studi medici per ottenere la prescrizione cartacea. A partire dal 2025, i medici potranno inviare le ricette in formato digitale tramite e-mail, WhatsApp o altre modalità elettroniche, rendendo il processo molto più rapido ed efficiente. Si tratta di un passo fondamentale verso una sanità più moderna e accessibile.
Notizie
12/11/2024
Roma, 18-20 Novembre 2024 – FH55 Grand Hotel Palatino ospita la terza edizione del prestigioso Corso Residenziale di Elettromiografia e Tecniche Neurofisiologiche: Good Clinical Practice, un evento scientifico all'avanguardia che riunisce specialisti di neurologia e neurofisiologia per una formazione avanzata sulle più moderne metodiche neurofisiologiche. Con il crescente ruolo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina, il corso di quest’anno ha introdotto sessioni dedicate all’integrazione di strumenti tecnologici avanzati e algoritmi di IA nella pratica clinica, rivoluzionando l'approccio alle diagnosi neurofisiologiche. Sotto la direzione scientifica della Dr.ssa Marilena Mangiardi medico specialista neurologo e neurofisiologo e Tesoriere della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica, il corso vede la partecipazione di un comitato medico e tecnico-scientifico di spicco, con la presenza di esperti di fama nazionale che, attraverso lezioni frontali, esercitazioni pratiche e discussioni interattive, forniranno ai partecipanti un’esperienza didattica completa e integrata.
Notizie
30/10/2024
La rapida accelerazione di quel che potremmo definire il nuovo mondo del terzo millennio, non ammette pause, non concede sconti ad alcuno: o ti adegui alla velocità dei cambiamenti o sei fuori In fondo è sempre stata questa la storia dell’evoluzione dell’uomo. Cosa cambia allora rispetto al passato? La velocità. Tutto accade e si consuma troppo in fretta, tutto diventa obsoleto già domani. Non si fa a tempo di assorbire un cambiamento, che già ne arriva un altro.Viviamo nella realtà aumentata e l’intelligenza artificiale ci dà ogni risposta ad ogni domanda, poco importa se, poi, non siamo più in grado di sviluppare un processo critico di conoscenza e di osservazione che poggi sulle più solide letture classiche e moderne, o sugli studi degli esperti.

 

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